Benjamin Netanyahu
Benjamin Netanyahu (Getty Images).
Politica

Netanyahu: «Può essere imminente una catastrofe più spaventosa»

«Israele in prima linea nella lotta al terrorismo». Lo dice l'ex premier di una terra insanguinata. Che aveva previsto l'attacco. Proprio alle Torri.

Articolo pubblicato il 27/9/2001

Nel 1995, ho scritto nel mio libro Fighting Terrorism: «Le organizzazioni terroristiche che fanno capo all'estremismo islamico annullano in larga misura la necessità dell'Islam di disporre di una potenza aerea o di missili intercontinentali per lanciare attacchi con esplosivi atomici. I terroristi stessi saranno il sistema attraverso cui tali attacchi verranno sferrati. Nel peggiore di questi scenari, le conseguenze potrebbero essere rappresentate non da un'autobomba, ma da una bomba atomica collocata nel seminterrato del World Trade Center. Il terrorismo islamico, in forte ascesa, è qualitativamente diverso dal tipo di terrorismo che l'Occidente ha dovuto affrontare fino a questo momento. L'obiettivo supremo dei vari gruppi di militanti islamici è il confronto finale con il Grande Satana: gli Stati Uniti. Non si è ancora compreso pienamente quali conseguenze comporta questo nuovo terrorismo per l' America e per il mondo intero e quali saranno le possibili reazioni. La crescita del terrorismo è andata di pari passo con una costante escalation nei mezzi di violenza impiegati, compresi quelli in grado di disintegrare interi edifici. La possibilità, estremamente realistica, che gli stati e le organizzazioni di stampo terroristico entrino presto in possesso di orribili armi di distruzione di massa, da utilizzare per estendere la piaga del terrorismo al di là di ogni nostro peggiore incubo, non è ancora stata adeguatamente considerata dai governi occidentali. Se gli Stati Uniti e l'Occidente non reagiranno con fermezza e risolutezza, l' espansione del terrorismo raggiungerà proporzioni drammatiche».

In definitiva, l'esplosione e il crollo del World Trade Center sono stati provocati da 300 tonnellate di carburante aereo, piuttosto che da un ordigno nucleare, e questo significa che il tragico orrore di cui siamo stati testimoni questa settimana non è il peggiore scenario possibile. Può essere imminente una catastrofe ancora più spaventosa: regimi terroristici, come l'Iran e l'Iraq, sono in possesso di armi atomiche. Il terrorismo non costituirà più una minaccia solo per singoli individui o edifici: intere città potranno venire distrutte, interi Stati essere tenuti in ostaggio. Il mondo è sull'orlo di un abisso e la maggioranza dei leader politici non ne ha valutato l'esatta profondità.

L'unico modo per comprendere la situazione è ricordare gli effetti di un'altra ideologia dell'odio, il nazismo, anch'esso iniziato come movimento a livello locale e trasformatosi in potenza mondiale nel giro di pochi anni. Anche il nazismo 60 anni fa, come l'Islam fondamentalista oggi, era originariamente diretto soltanto contro gli ebrei e altre minoranze locali. Tuttavia, in breve tempo, risultò evidente che la veemenza di quell'astio era rivolta contro tutta la nostra civiltà. Allora, come adesso, le democrazie non riconobbero subito le orrende implicazioni che quest'ideologia fanatica avrebbe avuto per le nostre società. Adolf Hitler lavorava allo sviluppo di armi nucleari. Se avesse portato l'opera a compimento, la nostra civiltà sarebbe stata distrutta.

Oggi, per la seconda volta nell'era moderna, ci troviamo a dover affrontare la possibilità che armi di distruzione di massa finiscano in possesso di un movimento di maniaci, i cui leader sono troppo accecati dal proprio fanatismo per essere in grado di valutare con lucidità possibili deterrenti. Si tratta del pericolo maggiore che abbiamo mai dovuto fronteggiare. Fino a poco fa, nessuno se ne è occupato. I governi democratici hanno atteso troppo ed entro breve tempo sarà tardi per arginare il problema. È necessario intervenire adesso. Gli Usa devono guidare l'alleanza delle nazioni libere nella lotta mirata a soffocare il terrorismo e sradicarne i paradisi sicuri. Dobbiamo dichiarare il terrorismo un crimine contro l'umanità e i terroristi nemici del genere umano.

È nostro dovere distruggere le organizzazioni terroristiche, punire e smantellare i regimi che le sostengono o le proteggono ed eliminarne gli strumenti di morte. I kamikaze sono solo la punta dell'iceberg. Le loro azioni non sarebbero state possibili senza un'ampia infrastruttura di governi, organizzazioni e movimenti a sostegno, diretto o indiretto, del terrore. Le linee sono chiare. Chi appoggia il terrore barbaro festeggia per le strade di Gaza e Ramallah, Beirut e Baghdad. Chi è a favore della libertà e della democrazia piange a New York e Londra, Parigi e Tel Aviv.

Non è possibile sconfiggere l'incubo, se non lo si sradica completamente. L'America deve guidare la guerra internazionale contro il terrorismo, ma Israele deve dare il suo contributo. Qui, a breve distanza si è sviluppato un regime a favore del terrorismo per eccellenza, guidato da Yasser Arafat e dall'Olp, le cui potenzialità crescono con virulenza sempre maggiore. Anch' esso deve venire disarmato prima che sia troppo tardi. Il mondo libero deve sconfiggere il terrorismo. In caso contrario, sarà il terrorismo a sconfiggere noi.

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