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August 22 2021
L'eco dell'ultimo annuncio pare lontanissimo: il 28 dicembre del 1993. Un'epoca televisiva fa, una tv fa. Eppure il sorriso rassicurante e il garbo quasi istituzionale di Nicoletta Orsomando sono marchiati in maniera indelebile nella memoria collettiva, simbolo di una televisione che non c'è più, impastata di buongusto, eleganza e qualche ipocrisia (come quando le fecero appuntare una rosa su una scollatura, all'epoca considerata troppo ardita). Quasi vent'anni dopo Nicoletta Orsomando non c'è più: sabato 21 agosto se n'è andata, a 92 anni, dopo una breve malattia vissuta lontana dai riflettori, scegliendo un'uscita di scena in punta di piedi per restare ancora una volta fedele a se stessa e al suo profilo basso.
Per molti, se non per tutti, Nicoletta Orsomando era «la capa» delle signorine buonasera. Di certo è stata a lungo la più popolare, un volto tra i più granitici della Rai - già Eiar -, dove iniziò a lavorare quando ancora venivano trasmessi solo programmi sperimentali. La tv era una cosa per pochi, un elettrodomestico carissimo la cui forza dirompente si sarebbe vista solo qualche anno dopo. Forse per questo, affrontò il giorno del debutto con assoluta tranquillità, come raccontò lei stessa: «Ero tranquilla, un po' perché sapevamo poco di televisione noi romani e un po' perché ero presa da un altro lavoro, che pure mi piaceva, quello di l'assistente sociale». A spronarla a tentare quell'avventura con un primo provino era stato il padre Giovanni Orsomando, compositore di musica bandistica, chiamato poi a dirigere la banda delle Milizie, tanto che spesso durante gli anni del fascismo venne ritratto accanto a Mussolini.
«Era presente alla visita che mi fece una collega di un corso per annunciatori radio e mi disse: "Scusa, che cosa ti costa, vai a vedere, per curiosità"». Complice la dizione perfetta e la disinvoltura naturale davanti alle telecamere, Nicolina Orsomando (questo il suo vero nome), nata a Casapulla in provincia di Caserta, il 22 ottobre 1953 comincia la sua carriera in Rai che terminerà quarant'anni dopo, il 20 novembre 1993 («al pubblico voglio dire che il mio non è un addio ma un arrivederci», disse), prima del «pensionamento forzato» di tutte le signorine buonasera. Il suoi punti di forza? L'essere discreta, rassicurante, sempre impeccabile e sempre riconoscibile grazie al look - capelli iper cotonati e collana di perle - che non cambierà mai (come le vere icone, da Raffaella Carrà a Moira Orfei), come se non avesse voluto tradire il suo stile.
Ed è forse proprio la coerenza estrema, il rispetto per il pubblico che passa prima attraverso il rispetto per se stessa, uno dei punti chiave della carriera di Nicoletta Orsomando. Fedele al suo look ma fedele soprattutto ad un'idea precisa del ruolo delle signorine buonasera: per molti erano le fidanzate d'Italia (sommerse di regali e di proposte di matrimonio), per altri le cugine che vedi solo ai pranzi di Natale ma sai che ci sono sempre, per altri ancora delle presenze rassicuranti (quanti nonni e nonne, per anni, hanno risposto ai saluti delle signorine buonasera convinti che quelle si stessero rivolgendo proprio a loro?). La svolta nella carriera della Orsomando arrivò presto, tanto che fu la prima donna nella redazione di un telegiornale in Italia, ma non essendo giornalista professionista, il direttore dell'epoca stoppò ogni sogno di gloria suggerendole prima di cercarsi uno sponsor. Lei evidentemente non aveva santi in paradiso e tornò a fare gli annunci. Qualche sassolino se lo tolse solo dopo la pensione: «Ho iniziato nel ' 53, come sono entrata sono rimasta per quarant'anni. Mi sono vista passare davanti tantissima gente. Sappiamo il perché».
Eppure nel curriculum di Nicoletta Orsomando non ci sono solo annunci (il primo in assoluto lo fece per lanciare un documentario sull'Enciclopedia Britannica, per la tv dei ragazzi), anche se quel suo «signore e signori, buonasera», rimase il suo marchio di fabbrica. Negli anni condusse la trasmissione L'amico degli animali, con Angelo Lombardi, il Festival di Sanremo con Nunzio Filogamo nel '57 («Avevano chiamato a presentare due giovani attrici ma si accorsero che fare cinema non era sufficiente per quel ruolo e dunque chiesero me che avevo già avuto esperienze di manifestazioni canore», raccontò), nel '65 inaugura insieme a Jader Jacobelli La giornata parlamentare (poi diventata Oggi al parlamento), l'anno dopo Un disco per l'estate e poi ancora rubriche di ogni tipo, programmo pomeridiani, serate istituzionali ed eventi benefici.
Mai uno scandalo, mai una polemica, pochi intoppi in diretta (uno emotivo, quando annunciò un film con Anna Magnani la sera in cui l'attrice morì). Un'altra tv, si diceva, tanto che quella di oggi non le piaceva affatto. «La tv è molto cambiata: in peggio naturalmente, forse proprio come l'Italia. Nei programmi di oggi c'è molta più imbecillità e volgarità di un tempo», disse. Per questo si concedeva poche apparizioni e mirate, come a La prova del cuoco (la Clerici la volle come giurata) o da Fiorello, che nel 2008 le rende omaggio a Viva Radio2 e la fa imitare dai suoi ospiti, tra gli altri Jovanotti, Christian De Sica, Laura Pausini e Simona Ventura. Nel frattempo lei, Rosanna Vaudetti, Mariolina Cannuli, Maria Giovanna Elmi e ancora Marina Morgan, Gabriella Farinon e Alessandra Canale sono entrate di diritto negli annali della tv e assistono con distacco all'arrivo delle ultime signorine buoansera (tentativo fuori tempo massimo) e poi al definitivo pensionamento di una figura superata dai tempi, dalle piattaforme streaming e dalla tv generalista che corre veloce sugli smartphone. «Con Nicoletta Orsomando scompare quello che è stato, per quasi 40 anni e per moltissimi italiani, il volto stesso della Rai, con la sua capacità di entrare nelle case di tutti con garbo, eleganza e delicatezza», hanno affermato la Presidente Rai Marinella Soldi e l'Amministratore delegato Carlo Fuortes. Resta un mistero il perché la Rai non le abbia valorizzate, fatte uscire dalla loro mansione quasi «impiegatizia» («eravamo dipendenti, dovevamo timbrare il cartellino», rivelò la Elmi) e promosse al ruolo di conduttrici. La Orsomando aveva tutte le carte in regola per fare altro e farlo bene. Non ha mai sgomitato per esserci a tutti i costi, non ha mai indossato una maschera per piacere a tutti i costi e questo il pubblico glie lo ha riconosciuto consacrandola ad icona assoluta di una tv che non c'è più.