Dal Mondo
July 31 2023
Si complica di ora in ora la situazione in Niger dove ieri migliaia di persone hanno manifestato davanti all'ambasciata francese a Niamey, la capitale, prima di essere disperse dai lacrimogeni. Alcuni manifestanti volevano entrare nell'edificio, altri hanno strappato la targa con la scritta «Ambasciata francese in Niger, prima di calpestarla sull'asfalto e sostituirla con bandiere russe e nigerine». La manifestazione era iniziata con una marcia verso l'edificio che ospita l’Assemblea nazionale, con la folla che sventolava bandiere russe e nigerine. Il movimento civile M62, che aveva già protestato contro l'operazione Barkhane dell'esercito francese nel Sahel e nel Sahara, ha chiesto di svolgere ulteriori manifestazioni. I giornalisti francesi presenti sul posto sono stati pesantemente insultati e c’è grande preoccupazione per i circa 600 cittadini francesi che risiedono in Niger.
I video e le immagini dell’attacco all’Ambasciata francese e dell’imponente manifestazione con relativo sventolio di bandiere russe sono stati diffusi di continuo sul canale Telegram della compagnia militare privata Wagner: un chiaro segnale di chi sia dietro all’ennesimo golpe nel Sahel dopo quelli in Mali e Burkina Faso dove oggi comandano giunte militari legate a Mosca e alla milizia di Yevgeny Prigozhin che due giorni fa in un'intervista al media africano Afrique Media ha detto: «Non stiamo riducendo la nostra presenza, anzi siamo pronti ad aumentare i nostri vari contingenti». Prigozhin ha inoltre detto che il gruppo Wagner sta adempiendo a tutti i suoi obblighi nel continente ed è pronto a sviluppare ulteriormente le relazioni con i Paesi africani e certamente uno di questi è il Niger che pur essendo poverissimo è ricchissimo di risorse.
Il Niger fornisce circa il 5% del minerale di uranio di più alta qualità del mondo, secondo la World Nuclear Association. Nel 1971 iniziò l'attività la prima miniera commerciale di uranio del paese. Nel 2021 il Niger ha prodotto più di 2.248 tonnellate di uranio. Le risorse naturali interessano e molto a Vladimir Putin che ha lanciato da tempo la sua operazione per conquistare cuori e menti della popolazione in Mali, Burkina Faso, Repubblica Centroafricana, Sud Africa, Somalia, Sud Sudan, Eritrea solo per citare alcune nazioni. La narrazione proposta è quella che dice che fino ad oggi i paesi africano sono stati sfruttati dagli occidentali (fatto vero anche se i leader locali hanno dato una bella mano), mentre con la Russia sarà tutto diverso.
La gente per il momento abbocca alle promesse e scende in piazza a protestare con tanto di bandiere russe e magliette con la faccia di Putin stampata. Non è quindi vero che la Russia in Africa conta sempre meno, tuttavia, ora dalle promesse (grano gratis e armi) bisognerà passare ai fatti e nei Paesi africani nei quali la Russia si è inserita fomentando proteste e assistendo i golpisti hanno un bisogno disperato di aiuti che la Russia non può in alcun modo erogare visto che la guerra in Ucraina drena tutte le risorse economiche del Cremlino che già prima della pandemia era in crisi economica.
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