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Nitto ATP Finals: tutti contro Sinner

Se si guarda la foto ufficiale degli otto partecipanti alle Nitto ATP Finals che inizieranno a Torino domenica, tutti mostrano un sorriso a 32 denti. Tutti tranne uno, Jannik Sinner, che ne accenna uno forzato. Carattere o emozione che rivela il suo stato mentale? Eppure è stata un’annata fantastica la sua: due Slam vinti (Australia e US Open) più altri cinque titoli lo hanno portato a essere il numero 1 del mondo. Per questo motivo al torneo di Torino, che è uno showdown tra i migliori otto tennisti in classifica, lui è il favorito. L’anno scorso vi arrivò da numero 4, quindi un outsider, e perse in finale contro Djokovic, che ha iniziato a battere proprio a Torino nel turno preliminare, prima di vincere poi varie volte durante il 2024. Il serbo, data l’età, 37 anni, e gli acciacchi, quest’anno ha vinto “solo” il torneo alle Olimpiadi, e si è ora ritirato last minute dalle Finals, lasciando il posto a Andrey Rublev, che dicono tutti essere il giocatore più simpatico del circuito, ma in campo spesso si lascia trascinare da attacchi d’ira quando le cose gli vanno storte. Sinner invece è serafico, nonostante tutto. Da quando è arrivato il caso Clostebol, con la Wada che ha fatto ricorso contro la sua prima assoluzione per doping, tutto è diventato più difficile: essere il numero uno già ti sottopone a una pressione bestiale, figuriamoci se stai da mesi sotto la spada di Damocle di una possibile squalifica. Si possono vincere anche le Nitto ATP Finals in queste condizioni? Sinner ha già dimostrato di sì. Ma chi sono gli avversari da temere?

“Quando si affrontano i primi otto del mondo le insidie sono dietro l'angolo”, dice l’ex campione Paolo Bertolucci che commenterà il torneo su Sky. Di sicuro l’avversario più temibile è Carlos Alcaraz, che quest’anno gli ha inflitto diverse sconfitte (in finale a Pechino e al Roland Garros le più dolorose) e conduce negli scontri diretti 6-4, ma anche Zverev, che pochi considerano ma su Jannik è in vantaggio nelle sfide per 4-2 ed è in ascesa, tanto da essere diventato numero 2 del mondo. “Indubbiamente il fatto di giocare in casa, il fatto di partire con il favore del pronostico può essere un peso sulle spalle per Sinner”, continua Bertolucci “ma avere tutto il pubblico della sua parte potrebbe essere un enorme vantaggio, soprattutto se vincerà la prima partita domenica sera contro Alex De Minaur”. Francamente non vediamo tra gli altri contendenti chi possa insidiarlo veramente, a meno di incappare in una giornata storta, soprattutto nell’efficacia della prima palla di servizio o nel gioco a rete, il vero punto debole di un tennista davvero completo: non Daniil Medvedev, che ha subito il suo tennis e ha addirittura detto di recente di “non aver mai giocato contro uno così forte”, né gli outsider Casper Ruud o Taylor Fritz con cui è in vantaggio negli scontri diretti. “Sicuramente da quando è diventato numero uno è riuscito a gestire la relativa pressione”, dice ancora Bertolucci “ha solo 23 anni ma è un giocatore completo e maturo, che ha bruciato i tempi, ed è riuscito a vincere nonostante il caso di doping, che si è dovuto tenere dentro per mesi, e qualche acciacco fisico”.

A Torino potrebbe esserci dunque la consacrazione, ma come affronterà Sinner il 2025 che comincerà il 12 gennaio con l’Australian Open, dove dovrà difendere il titolo conquistato l’anno scorso? “Ora ha 3mila punti di vantaggio su Zverev,”, conclude Bertolucci, “ma già in Australia scadranno i primi 2mila, quindi non sarà facile restare in cima alla classifica. Jannik però ha dalla sua un rendimento costante: non perde mai da un giocatore che non è tra i primi 10 del mondo, e non vive sulle montagne russe come ad esempio Alcaraz, che vince due Slam e poi esce al secondo turno in altri tornei. Per questo Carlos, lo stesso Zverev e Medvedev dovranno correre fortissimo per superarlo. Perché Sinner non si ferma. E raccoglie punti tutte le sante settimane”.

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