No al referendum sulla cannabis, è inammissibile
La Corte Costituzionale ha bocciato il referendum sulla legalizzazione della cannabis in quanto ritenuto «inammissibile». Il referendum sulla Cannabis è stato promosso dalle Associazioni Luca Coscioni, Meglio Legale, Forum Droghe, Società della Ragione, Antigone e dai partiti +Europa, Possibile, Radicali italiani, Potere al Popolo e Rifondazione Comunista e Volt e dal punto di vista normativo faceva richiesta di - Depenalizzazione delle condotte di coltivazione c.d. “domestiche” e “rudimentali” delle piante di cannabis; in altri termini, la coltivazione ad uso personale non sarebbe più assoggettata a sanzioni di tipo penale, siano esse detentive o pecuniarie; - De-carcerizzazione di tutte le condotte diverse dalla coltivazione, che riguardano la cannabis e i derivati, le quali non potranno essere punite con la reclusione da due o sei anni, ma solo con pena pecuniaria;- Esclusione, in caso di illecito amministrativo correlato all’uso personale di qualsiasi sostanza, della sanzione della sospensione della patente e degli altri titoli abilitativi alla guida dei motoveicoli e dei ciclomotori.
In merito la dottoressa Sabina Strano RossiProfessore Associatodi Tossicologia Forensedi Medicina Legale all’Università Cattolica del S. Cuore e al Policlinico Gemelli ci ha spiegato cosa comporta l’uso della Cannabis
«Dobbiamo anzitutto distinguere tra uso medico della cannabis ed uso ricreativo. In Italia infatti è consentito l’utilizzo terapeutico della Cannabis perché il principio attivo (il THC, tetraidrocannacbinolo) ha delle proprietà farmacologiche, come anche il CBD, cannabidiolo contenuto nella cannabis, che non ha attività psicotropa. Per ogni farmaco si deve valutare il rapporto rischio beneficio per il suo utilizzo, che deve essere sempre a favore del beneficio, dato che ogni sostanza, anche se naturale, ha inevitabilmente degli effetti indesiderati. In caso di malattie particolarmente gravi che non rispondono ad altre terapie (dolore cronico, sclerosi multipla, nausea e vomito da chemioterapia, anoressia, HIV, sindrome di Tourette, ecc.) è previsto l’uso di derivati della cannabis, prodotta dallo Stato in condizioni controllate e a titolo noto, situazione ben diversa rispetto ai prodotti del mercato illecito. In questi casi il beneficio appare superiore al rischio intrinseco di una sostanza psicotropa».
Cos’é il THC?
«Il THC contenuto nella cannabis è una sostanza psicotropa che può avere effetti dannosi sul sistema nervoso centrale specie se assunta quando il cervello non è completamente sviluppato, quindi in adolescenza. Il nostro cervello completa il suo sviluppo intorno ai 20-22 anni, quindi un utilizzo di sostanze psicotrope in adolescenza o nei giovani adulti può provocare dei danni irreversibili a livello del sistema nervoso centrale».
Cosa ne pensa del Referendum per la liberalizzazione della coltivazione della Cannabis?
«L’uso personale la coltivazione per esclusivo uso personale sono di fatto già consentiti, mentre il referendum vorrebbe di fatto consentire la coltivazione di quantità non definite di piante, anche ad elevato tenore di principio attivo (attualmente è consentito coltivare per scopi agro-industriali solo cannabis a bassa concentrazione di THC, < 0,2%). Si tratta comunque di una sostanza stupefacente e pericolosa per la salute, specie per i giovani, come già detto».
Quali sono gli effetti negli adulti?
«Negli adulti può provocare problemi a carico del sistema cardiocircolatorio, della respirazione e della pressione arteriosa. Può provocare dei fenomeni psicotici soprattutto in adolescenza ma anche in età adulta. Un altro rischio è la compromissione dell’attenzione e dei riflessi se si guida sotto l’effetto della sostanza, con effetti che possono perdurare anche dopo che il THC è stato eliminato dal circolo».
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