Noi di Jordan Peele: 5 cose da sapere per capire meglio l'horror sul doppio
Cosa vi spaventa di più in assoluto? A terrorizzare di più Jordan Peele, il regista rivelazione di Scappa - Get out (2017), vincitore dell'Oscar alla sceneggiatura, è l'idea di vedere il suo alter-ego. "Forse perché nessuno vuole mettersi a confronto con le proprie colpe, con le proprie responsabilità, con i propri demoni", ha detto.
Da questa riflessione è nato il suo nuovo horror psicologico, Noi (Us), dal 4 aprile al cinema, che ha scritto e diretto. Uscito negli Stati Uniti il 22 marzo, in patria è un successo al botteghino: finora ha incassato oltre 134 milioni di dollari (contro i 20 milioni spesi per realizzarlo).
(Attenzione: d'ora in poi rischio spoiler).
In Noi, i mostri terribili che irrompono e disseminano panico e morte non sono zombie o vampiri o clown famelici o diaboliche bambole animate. I mostri che minacciano la nostra esistenza hanno la nostra stessa faccia. Siamo noi stessi.
Film intrigante, esoterico e stratificato, ordito con eleganza, Noi lavora su più strati: è un thriller godbile, che gioca sulla tensione, prima infiammandola, quindi smorzandola con una risata, poi accendendola di nuovo; intanto offre una chiave di lettura sociologica e psicologica sul concetto del doppio.
Non è impeccabile: seduce ma disorienta. La sensazione è che con l'artificio dell'alter ego Peele incanti e nasconda, in un gioco di specchi, un'eccessiva semplificazione.
Appena usciti dal cinema, comunque, scatta la voglia strisciante di rivedere il film, per ricomporre il puzzle, ritrovare gli indizi, capire meglio.
A proposito, ecco cinque punti che esploriamo qui, per capire meglio Noi di Jordan Peele, anche attraverso le sue stesse delucidazioni.
1) Il concetto del doppelgänger
Noi è basato sulla paura ancestrale del doppelgänger, il nostro doppio cattivo, la nostra parte oscura, una sorta di presenza spettrale e maligna che qualche volta si crede di cogliere con la coda dell'occhio, la cui letteratura spazia dal folclore all'esoterismo alla psicoanalisi.
"L’idea per questo film è insita nella mia personale paura dei doppelgängers, del gemello maligno", ha spiegato Peele, una delle voci più interessanti del nuovo cinema afroamericano. "Adoro la mitologia legata all’alter ego e i film che hanno lavorato sul tema, e volevo realizzare una mia versione cinematografica. A spingermi è stata la convinzione che siamo noi i nostri peggiori nemici, un aspetto che tutti noi conosciamo intrinsecamente e nonostante ciò tendiamo a sotterrarlo. Spesso ce la prendiamo con lo straniero, con il diverso, ma in questo film il mostro ha la nostra faccia".
Il doppio, inteso come versione misteriosa e malvagia delle persone viventi, è un mito antico. Già nell'antico Egitto compare sotto la forma di "ka", una manifestazione fisica del doppio spirituale che condivide memorie, esperienze e sentimenti della controparte vivente.
Questi primi archetipi narrativi sono i progenitori del "gemello cattivo", spesso apparso nella storia della lettaratura. Quando in una storia appare un doppelgänger, è quasi sempre un cattivo segno. "Sono sempre stati motivo di paura", dice ancora Peele. "Sono connessi al concetto di mortalità, credo. Non possono sopravvivere entrambi, così uno dei due deve sparire. Nella mitologia, i doppi hanno spesso rappresentato una versione negativa o addirittura un cattivo augurio di morte. Ho voluto riprendere questa traccia e sviluppare una storia che partisse da questa paura primordiale".
Non sorprende quindi che Peele abbia inserito in Noi, ricorrente, la citazione di Geremia 11 : 11. Cosa si legge in questo riferimento biblico? Questo presagio apocalittico: "Perciò, così parla l’Eterno: Ecco, io faccio venir su loro una calamità, alla quale non potranno sfuggire. Essi grideranno a me, ma io non li ascolterò".
2) Cosa cambia rispetto a Scappa - Get out
Con Scappa – Get Out, Peele aveva affrontato verità non dette sul tema della razza in America.
Anche se in maniera mai frontale, anche Noi, come il suo film d'esordio,parla della stessa tematica, sotto un'angolazione diversa. Esplora la paura e la rabbia verso il diverso, che ci porta a difenderci e ad alzare muri, guardando lontano da noi, senza soffermarci invece a far luce dentro di noi e sulle nostre responsabilità.
"Le nostre fondamenta sono costruite sulla paura di tutto, dal terrorismo all'immigrazione", afferma Peele. "Uno dei capisaldi del cinema horror, capace di veicolare un potente messaggio sociale, è la pellicola di George A. RomeroLa notte dei morti viventi. Il film affronta il tema della razza, anche se non se ne parla mai apertamente. Ho voluto seguire lo stesso approccio con questo film".
3) Il messaggio sociopolitico e il significato della forbice
Ora siamo dentro il Sogno americano e la famiglia che lo rappresenta è una famiglia nera: una famiglia nera protagonista di un horror, cosa più unica che rara. Una famiglia nera, benestante, che cerca di adeguarsi al Sogno americano e di emulare l'altra famigliola di Noi, bianca, quella dei Tyler e di Elisabeth Moss, ricca e sorridente.
Lupita Nyong'o è Adelaide Wilson, una dona afroamerican che vive la sua vacanza al mare a Santa Cruz con la sua bella famigliola: Gabe (Winston Duke), marito premuroso (e sciocco); Zora, figlia in gamba in piena adolescenza (Shahadi Wright Joseph); Jason (Evan Alex), figlio minore con qualche stranezza e lentezza, che ha un legame di connessione speciale con la madre.
Adelaide, però, ha vissuto un evento traumatico, nel passato. E il suo peggiore incubo, ora che è tornata nella casa di famiglia, riaffora. Eccola, se stessa, di fronte a lei, spaventevole e in tuta rossa, forbici dorate e voce strana.
I cloni emergono dai sotterranei, copie sbagliate di un esperimento dismesso, e pretendono di avere la vita finora negatagli.
Noi vuole invertire e sovvertire alcuni aspetti del genere horror e della tipica rappresentazione della comunità nera: una famiglia di colore è protagonista di un film dell'orrore.
"Il Sogno americano è come un altro personaggio del film, che soccombe affossato dai pericoli classici del genere horror per divenire vittima sfortunata", dice l'attore Winston Duke. "Il pubblico è abituato da sempre a vedere film in cui il personaggio afroamericano è la prima figura a morire, mentre Jordan prende una posizione rivoluzionaria rendendo il sogno Americano la vittima sacrificale".
Gli arnesi della rivolta dei cloni sono simboli dal contenuto sociopolitico: la forbice, da sempre, è la rappresentazione delle disparità economiche nel mondo.
La catena umana impiantata dai cloni, tenendosi per mano, richiama una delle sequenze iniziali di Noi: la piccola Adelaide, nel 1986, assiste in tv all'evento benefico Hand Across America, quando oltre 6 milioni di persone si tennero per mano in una catena umana da Santa Monica a New York per raccogliere fondi per i senzatetto e i poveri americani. Fu un mezzo fallimento: dei 34 milioni di dollari raccolti, solo 15 vennero distribuiti dopo aver dedotto i costi della coreaografica iniziativa.
4) La voce inquietante dell'alter ego di Lupita
La voce dell'alter ego malvagio di Lupita Nyong'o, caratterizzata da spasmi e suoni soffiati, si basa su un disordine della voce realmente esistente. La malattia si chiama disfonia spasmodica e consiste in spasmi involontari dei muscoli della laringe e delle corde vocali durante l'emissione dei suoni.
Come ha rivelato all'Hollywood Reporter, l'attrice è stata ispirata dall'aver sentito parlare qualcuno con quella patologia.
5) Cosa significano i conigli bianchi
Peele lascia molti spunti, disseminati qua e là, all'interpretazione dello spettatore. Ad esempio, il versetto biblico di cui parliamo sopra, viene citato ma mai mostrato nel suo testo o spiegato.
Similmente fa con l'immagine dei conigli bianchi, che vediamo nei sotterranei, prima chiusi in gabbia, poi liberi. Un coniglio è anche disegnato nella maglia di Zora.
Il clone spiega poi ad Adealaide che i doppi, vissuti senza vedere il cielo, si sono cibati di conigli crudi.
Ma c'è probabilmente anche un significato più profondo, nell'immagine dei conigili, come prova a spiegare anche Esquire. Spesso i conigli simboleggiano la rinascita, concetto in linea con le intenzioni dei doppi che vogliono salire in superficie e iniziare una nuova vita alla luce del sole.
Inoltre, spesso i conigli vengono usati per prove di laboratorio e sono un parallelismo azzeccato con i doppi, frutto di un esperimento abbandonato.
I conigli possono anche avere un'allusione cinematografica. In Alice in Wonderland, Alice finisce nel Paese delle meravaglie quando decide di seguire un coniglio bianco che gli corre davanti e sparisce in una tana: così fa Adelaide, sparisce in un mondo sotterraneo, quando si reca nella casa dei divertimenti "Trova te stessa", sulla spiaggia di Santa Cruz.
Come non ricordare, poi i conigli minacciosi di Donnie Darko?
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