Televisione
June 30 2015
"Se, non vi piace il programma vi prego non lo guardate!". Più che una sigla, un monito. Più che un programma, un vero e proprio cult. Per i critici era uno show ai limiti del trash, per gli appassionati un appuntamento imperdibile al ritorno da scuola. A vent'anni esatti dall'ultima puntata - in onda il 30 giugno del 1995 - ora si può dire senza paura di essere smentiti: piaccia o meno, Non è la Rai è stato un vero e proprio fenomeno televisivo che ha travolto almeno una generazione di giovani.
Ambra, Pamela e le altre
Dopo le prime due edizioni trasmesse su Canale 5, condotte da Enrica Bonaccorti e Paolo Bonolis, il programma passò su Italia 1 e le ragazze travolsero tutto diventando protagoniste assolute dello show: una conquista del palcoscenico a colpi di grinta e ferocia, che sfociò nella conduzione affidata ad Ambra Angiolini, una delle "creature" televisive meglio riuscite di Gianni Boncompagni. Del resto non si può dire che il regista non c'abbia visto lungo: fu lui, assieme a Irene Ghergo, a scovare e lanciare personaggi talentuosi come Lucia Ocone, Sabrina Impacciatore, Claudia Gerini e ancora attrici come Nicole Grimaudo, Romina Mondello e Michela Andreozzi. Ma l'elenco di ragazze che hanno debuttato sul palco di Non è la Rai è lunga e variegata: impossibile non citare Antonella Mosetti, Laura Freddi, Yvonne Sciò o Miriana Trevisan, reginette dei balli scatenati a bordo piscina o dei playback incalliti, che ancora oggi gravitano a vario titolo nel mondo dello spettacolo. Ma i nomi forti, quelli che gli aficionados non dimenticano sono altri: vedi l'anti Ambra, ovvero Pamela Petrarolo - Please don't go e Another Night erano i suoi cavalli di battaglia - e ancora Ilaria Galassi, Eleonora Cecere, Francesca Gollini (alias Francesca da Bellaria) e Mary Patti ancora oggi idoli ultra camp.
Successi e polemiche
Se l'auricolare con cui Gianni Boncompagni "digirgeva" Ambra è diventato un simbolo del programma - "con un auricolare attraverso il quale il regista-pigmalione le suggeriva cosa dire e come dirlo, Ambra è entrata nella sfera del lolitismo virtuale", scrisse il critico Aldo Grasso (la parabola del successo della Angiolini oggi è sotto gli occhi di tutti) - i veri addicted ricordano altri momenti mitologici. Come il "cruciverbone" con Enrica Bonaccorti, che sventò in diretta un tentativo di truffa, le polemiche infuocate con Vasco Rossi che attaccò il programma nella canzone Delusa ("e non siamo affatto deluse", replicavano le ragazze nella sigla), i giochi al limite dell'assurdo - come quello dello zainetto e quello delle chiavi - e ancora le tremendissime sfilate di moda. Col passare dei mesi le polemiche diventavano sempre più forti, sia da parte di alcuni esponenti della Chiesa che delle associazioni dei genitori, secondo cui il ruolo delle ragazze offriva un'immagine sbagliata delle donne: intanto però, fuori dal Centro Palatino, dove si girava il programma, la folla di fans scatenati a caccia di foto e autografi di Ambra e Pamela cresceva giorno dopo giorno.
L'ultima puntata di Non è la Rai
Tanto per citare un altro pezzo di sigla "noi, lo sappiamo che il gioco è più bello se dura poco", cantavano Ambra & co. E così, poco prima che il fenomeno cominciasse pericolosamente a sgonfiarsi, nel 1995 Boncompagni decise in accordo con l'allora Finivest di chiudere il programma: una decisione shock per i giovanissimi fans e anche per molte delle ragazze protagoniste, che avevano scommesso in Non è la Rai come trampolino verso il verso il successo. L'ultima puntata, in onda in 30 giugno di vent'anni fa, è diventato un vero e proprio culto: mentre Ambra canta il suo più grande successo, T'appartengo, scoppia a piangere e le telecamere indugiano con ferocia sui primi piani delle ragazze stravolte dalle lacrime per l'imminente addio. Il sipario cala, ma il fenomeno resta.