Dal Mondo
September 12 2024
Con l’entrata nella Nato della Svezia l’Alleanza Atlantica potrà a breve contare su un diverso e migliore sistema di difesa nel quadrante settentrionale dell’Europa. Non a caso, all'inizio di questo mese, il governo svedese ha approvato la prima strategia spaziale di difesa e sicurezza del Paese, atto che mira a rendere Stoccolma un hub spaziale per gli alleati e dimostra la volontà del governo attuale di affermare la nazione scandinava come un attore chiave nel dominio spaziale internazionale, in virtù della sua posizione strategica e le sue capacità di ricerca e sviluppo in campo tecnologico. Il colonnello Ella Carlsson, numero uno dell’ente spaziale militare, ha dichiarato ai giornalisti: “Possiamo anche essere i nuovi arrivati nella Nato, ma facciamo ricerca spaziale da diversi decenni e da subito ci siamo chiesti quale vuoto possiamo colmare nell'Alleanza riguardo il dominio spaziale.” Nella regione della città di Kiruna, nel nord del Paese, sorge l'Esrange Space Center (Esp), usato come centro per la ricerca scientifica con palloni sonda e base di lancio per piccoli vettori spaziali. Due anni fa il governo di Stoccolma aveva deciso di trasformarlo in postazione con rampe di lancio per razzi di diverso tipo per svolgere ricerche e test su motori e carburanti per razzi. Nel maggio scorso, la Swedish Space Corporation, l’industria nazionale del comparto, aveva annunciato di aver firmato un accordo con la società di razzi sudcoreana Perigee Aerospace per iniziare a lanciare congiuntamente satelliti dal sito artico a partire dal 2025. Secondo un comunicato stampa dell’azienda asiatica si tratterebbe del micro-lanciatore Blue Whale 1 che sarà il primo razzo orbitale in assoluto a partire dallo Esp. Questo è un vettore a due stadi completamente riutilizzabile, alto 21 metri e dal diametro di 1,6 metri, costruito in materiali compositi (carbonio, kevlar), dal peso di circa venti tonnellate e con un carico utile di 150 kg. Per generare la spinta usa ossigeno liquido e metano, emettendo una limitata quantità di emissioni rispetto ai concorrenti.
La conferma dell’intenzione di sviluppare l’impianto per azioni Nato arriva anche dalla direttrice e Ceo del centro Carlotta Sund, che ha dichiarato che lo spazioporto svedese, seppure abbia finora concentrato le sue attività per riuscire a effettuare lanci satellitari per scopi civili, in futuro sarà probabilmente utilizzata anche per lanci militari. Su questo fronte, un altro pilastro fondamentale della strategia spaziale svedese sarà la creazione di un portafoglio di capacità e servizi spaziali in linea con il concetto di “difesa totale e preparazione alle crisi”. Del resto, nel suo incontro con la stampa, il colonnello Carlsson ha osservato che l'anno scorso la Swedish Defense Materiel Administration (l’equivalente della nostra Armaereo) ha acquisito i radar a lungo raggio Smart-L da Thales, apparati che consentono all'Esercito di rilevare minacce fino a una distanza di 2.000 chilometri. L’alto ufficiale svedese ha spiegato: “Possiamo usare lo spazioporto come risorsa per trovare, rilevare e colpire obiettivi o minacce condividendo i dati con partner e alleati; infatti, nella ricerca di nuovi sensori e sistemi stiamo collaborando anche con i Paesi Bassi che operano proprio quel tipo di radar e che possono costituire l’anello di una rete difensiva più ampia e capillare. Inoltre, nel 2022 l'Aeronautica militare svedese aveva firmato un accordo per la condivisione della “consapevolezza della situazione spaziale” con lo Space Command degli Stati Uniti, partecipando quindi all'esercitazione Global Sentinel guidata dalla Difesa Usa che si era svolta nel febbraio scorso.