Nvidia batte Microsoft e Apple: come è diventata l'azienda che vale più di tutti

Non è Apple e neppure Microsoft, l'azienda che vale di più al mondo. I due colossi tech, simbolo degli ultimi 40 anni, sono anni che si alternano in cima alla speciale classifica ma adesso guardano entrambi dal basso l'ultima arrivata: Nvidia. Nome che potrebbe dire poco ai meno attenti e invece sintetizza la fulminea ascesa dell'intelligenza artificiale nei molteplici settori industriali, perché la compagnia fondata nel 1993 a Sunnyvale e attualmente di base a Santa Clara (California in entrambi i casi, come sempre) deve il primato allo stretto legame con la tecnologia più in luce del momento. Grazie alle quale Nvidia ha raggiunto una capitalizzazione di 3.335 miliardi di dollari, sbalzando dal trono Microsoft (3.317 miliardi) e distanziando Apple (3.285 miliardi). Qualche numero aiuta a capire come Nvidia ha messo il turbo: il titolo azionario è cresciuto del 170% negli ultimi sei mesi, l'aumento dei ricavi rispetto all'anno precedente è stato del 265% a febbraio e pure lo scorso maggio.

Lontano è il tempo in cui il focus aziendale erano le schede grafiche per il gaming, ancor più impolverati sono i ricordi della magra innescata dal crollo delle criptovalute, con la diffusione del mining (il processo dai consumi energetici altissimi necessario per creare e far circolare nuove monete virtuali) che aveva precedentemente premiato Nvidia. In quel periodo, l'accelerazione provocata dalla pandemia Covid-19 aveva rilanciato il comparto dei videogame, con Nvidia capace di superare in valutazione la rivale Intel, prima della picchiata dovuta al rialzo dei tassi stabiliti dalla banca centrale statunitense. Ai ripidi saliscendi si è abituato Jensen Huang, uno dei tre fondatori, amministratore delegato e uomo immagine dell'azienda (nata dall'accordo siglato in un fast food tra il taiwanese cresciuto negli Usa con Curtis Prime e Chris Malachowsky), tanto da arrivare a dire di svegliarsi ancora oggi con “l'incubo di poter fallire”.

La realtà è però diversa e il merito è dell'IA, perché i chip Nvidia sono gli unici dotati della capacità di calcolo necessarie per addestrare i modelli di linguaggio su cui si basano le diverse soluzioni di intelligenza artificiale generativa. Ecco perché in cima alla lunghissima lista di clienti di Nvidia ci sono Google, Amazon, Microsoft, OpenAI e tante altre compagnie note a tutte le latitudini. Considerando, inoltre, che nell'80% dei data center distribuiti nel mondo si trovano chip firmati dall'azienda di Santa Clara, si può comprendere la clamorosa escalation firmata da Nvidia, nome che sta per Next Version, proprio per evidenziare la visione aziendale proiettata verso il futuro. Il balzo verso la vetta è iniziato a fine 2022 con il lancio di ChatGpt da parte di OpenAI, periodo in cui un'azione Nvidia veniva scambiata a 12 euro, mentre oggi vale 130 euro. E l'effetto non sembra ancora abbia raggiunto il massimo livello.


Secondo gli esperti, la certezza della maggior diffusione e relativo valore strategico dell'IA generativa determinerà una parabola di crescita per le aziende legate a quella che Huang ha definito una “nuova rivoluzione industriale”. Per questo, molti analisti prevedono che la capitalizzazione di Nvidia possa tendere ai 4.000 miliardi di dollari, restando l'unica società in grado di infilarsi nel duopolio Apple-Microsoft. Guardando il lato pratico, il primato di Nvidia si deve allo sviluppo di chip, tra cui gli ultimi ribattezzati Blackwell, ma soprattutto a Cuda (Computer Unified Device Architecture), ecosistema che consente agli oltre 4 milioni di sviluppatori di creare applicazioni inerenti IA, grafica 3D e deep learning. Per farsi un'idea dei rapporti di forza del settore, le stime delle entrate per l'anno in corso di Nvidia mirano verso i 120 miliardi di dollari, mentre AMD, principale rivale nella produzione di chip IA, punta a 4 miliardi di dollari.

Jensen Huang, fondatore e Ceo Nvidia

Nvidia


Chris Malachowsky, fondatore Nvidia


Quartier generale Nvidia


Quartier generale Nvidia


Nvidia


Nvidia



Premesso che nelle prossime settimane è prevedibile un controsorpasso da parte delle dirette inseguitrici, in quanto legato all'andamento del mercato azionario, quello di Nvidia rimane un percorso senza precedenti. Soprattutto per i brevi tempi entro il quale è avvenuto. Casi simili ce ne sono, su tutti Cisco, principale protagonista della rivoluzione internet a cavallo degli anni Duemila. Non a caso il paragone tra le due aziende è diventata una costante, tuttavia condizioni e momento storico sono differenti, producendo cifre molto distanti tra loro: Nvidia ha registrato utili per 26 miliardi di dollari nel primo trimestre 2024, cifre improponibili ai tempi di Cisco. Al di là di ciò, anche se l'intelligenza artificiale generativa pare destinata a rivelarsi un elemento determinante per il futuro delle aziende, informatiche e non, non ci sono certezze su quanto e come potrà durare il matrimonio che sta facendo le fortune di Nvidia. Di certo c'è che Jensen Huang avrà meno incubi sull'ipotesi fallimento: con un patrimonio personale salito a 119 miliardi di dollari (che gli vale la 12esima posizione nella classifica degli uomini più ricchi del globo stilata da Bloomberg) ipotizziamo che potrà dormire e risvegliarsi senza brutti contraccolpi.

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