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April 12 2015
Un'anonima saletta per le conferenze situata al pian terreno del palazzo che ha ospitato il vertice delle Americhe di Panama è stato il palcoscenico dove si è svolta una delle più importanti rappresentazioni storiche degli ultimi decenni: l'incontro tra Barack Obama e Raul Castro.
Cosa si sono detti i due leader
Dopo più di 50 anni di Guerra Fredda, un presidente americano ha parlato faccia a faccia con il capo del regime dell'Avana; dopo più di mezzo secolo di contrapposizione, la strada verso la normalizzazione dei rapporti tra Stati Uniti e Cuba sembra spianata e irreversibile da percorrere.
Obama ha definito l'incontro "schietto e utile", aggiungendo che era necessario da tempo tentare qualcosa di nuovo nelle difficili relazioni tra Washington e l'Habana. "Siamo nella posizione di avanzare sul sentiero verso il futuro" - ha aggiunto.
Molto incoragginati anche le parole di Raul Castro. Il fratello di Fidel, del quale ha preso il posto nel 2008 per motivi di salute del Lider Maximo, ha definito Obama un uomo "onesto" e ha assicurato la propria disponibilità a parlare con lui di ogni argomento, compresa la più importante, la questione dei diritti umani. Era stato lo stesso Obama a sollecitarla durante il faccia a faccia.
I due hanno stabilito di andare avanti con il processo iniziato nello scorso dicembre e che ha come meta finale il ristabilimento delle normali relazioni diplomatiche tra i due paesi.
L'embargo e il Congresso
Ci sono ancora delle difficoltà. E, si è compreso, i tempi potrebbero essere un poco più lunghi del previsto. Prima di tutto a Panama non c'è stato l'atteso annuncio riguardante la cancellazione di Cuba dalla lista nera dei paesi sponsor del terrorismo. Obama ha detto che vuole prendersi un poco di tempo per studiare a fondo la pratica. Questo atto implicherà una maggiore libertà di movimento e di scambi commerciali tra i due paesi.
Ma la questione vera riguarda l'embargo. Potrà essere completamente tolto solo quando lo deciderà il Congresso degli Stati Uniti, ora in mano ai repubblicani, contrari all'apertura di Obama al regime castrista.
Le basi per una normalizzazione dei rapporti sono però state poste e l'incontro di Panama ha suggellato questo passaggio storico. Cuba non aveva mai partecipato a un Vertice delle Americhe a causa del'opposizione degli Stati Uniti. In questa "prima volta" si è andati addirittura oltre lo stare seduti fianco a fianco: i leader dei due paesi si sono parlati guardandosi in viso.
L'eredità di Obama
Obama vuole chiudere l'epoca della sua presidenza lasciando in eredità al suo successore la chiusura di alcuni dossier di politica internazionale aperti da decenni. E' il caso di Cuba e dell'Iran. Gli Usa, secondo Obama, possono trarre solo beneficio dal dialogo con i nemici (di un tempo).
È con questo spirito (probabilmente) che Obama si è impegnato in un incontro informale (e casuale) con il leader venezuelano Maduro. I due si sono incrociati nei corridoi del vertice delle Americhe e il presidente americano ne ha approfittato per parlare una decina di minuti con colui che in questo momento (piuttosto solitario) tiene alta la bandiera dell'opposizione a Washington. Un piccolo contatto che potrebbe essere utile in futuro.