«Ha detto case sfitte»; la linea della sinistra per difendere la Salis e la sua idea di occupazione

Siamo alla follia. Siamo allo spaccare il capello in 4 per cercare di trovare un appiglio in favore di Ilaria Salis, e della sua ormai nota posizione a favore dell’occupazione delle case. La fresca europarlamentare oggi ci ha tenuto con un post dalla lunghezza estenuante a precisare alcune cose. Vi risparmiamo la fatica con un breve riassunto: occupare si può, ma solo le case sfitte («Occupare è resistenza...Chi entra in una casa disabitata prende senza togliere niente a nessuno...»). La sua precisazione è stata colta al balzo e fatta propria da politici (di sinistra) ed opinionisti (di sinistra pure quelli) scesi subito in soccorso dell’anarchica (e, ricordiamolo sempre, docente) monzese: «Non ha detto che si debba occupare ogni casa, ha spiegato bene che si tratta solo di quelle sfitte…».

Per curiosità sono andato a spulciare sia il codice penale che la costituzione. Purtroppo la differenziazione tra case sfitte o no, non esiste.

Questo il testo dell’articolo 633:

Chiunque (1) invade [637] arbitrariamente terreni o edifici altrui, pubblici o privati(2) , al fine di occuparli o di trarne altrimenti profitto, è punito, a querela della persona offesa, con la reclusione da uno a tre anni e con la multa da 103 euro a 1.032 euro.

Si applica la pena della reclusione da due a quattro anni e della multa da euro 206 a euro 2.064 e si procede d'ufficio se il fatto è commesso da più di cinque persone o se il fatto è commesso da persona palesemente armata.

Se il fatto è commesso da due o più persone, la pena per i promotori o gli organizzatori è aumentata(3).

Per la legge italiana in pratica le case sono tutte uguali e chi le occupa commette un reato, sfitte o no, vista mare o no, grandi o piccole, in centro o in periferia. Sono tutte uguali, punto. Le interpretazioni, le specifiche, le sottolineature le lasciamo a chi cerca di trovare una spiegazione per giustificare un comportamento criminoso, perché è quello di cui stiamo parlando.

E, al contrario di quello che sostiene l’euro onorevole Salis, lo Stato, attraverso i comuni, già da tempo si occupa delle persone con difficoltà economiche mettendo a disposizione ove possibile delle abitazioni; insomma viviamo in un paese che di certo non si diverte a vedere persone dormire sotto un ponte, ma anzi, ci si rimbocca le maniche per dare una mano ai meno fortunati. E se proprio si vuol far partire un ragionamento sulle case sfitte il primo interlocutore dev’essere il legittimo proprietario, colui che l’ha pagata, spesso con sacrifici e fatica. Non può essere che arrivi un terzo, con la forza e la prepotenza, ad imporsi perché in quel caso si finirebbe nel caos. Ma d’altronde non c’è da stupirsi.

L’onorevole Salis è anarchica, cioè per definizione una persona contro le regole, contro lo Stato, una che nel caos ci sguazza, è il suo ambiente (sociale) naturale. Da lei quindi una sciocchezza del genere è del tutto prevedibile e comprensibile. Lo è meno se arriva da politici di lungo corso ed opinionisti che stanno solo cavalcando l’onda dell’ennesima «eroina» della sinistra.

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