Economia
February 23 2018
Un divario di oltre il 16%. E' quello che separa l'Italia dal resto d'Europa per quel che riguarda il livello di istruzione della popolazione. Secondo il Rapporto sulla conoscenza dell'Istat, i nostri connazionali di età compresa tra 25 e 64 anni in possesso di una laurea o un diploma di scuola superiore sono circa il 60%. La quota è in crescita di 8 punti percentuali rispetto al 2007 ma resta sensibilmente inferiore a quella che si registra in media nell'Unione Europea (oltre il 77%).
E' un bene o un male che in Italia ci siano così pochi laureati o diplomati? Basta dare un'occhiata ai dati sul mercato del lavoro per trovare la risposta. Nell'ultimo trimestre del 2017, sempre secondo l'Istat, il tasso di disoccupazione tra i laureati era al 6,1%, contro il 9,9% che si registrava tra i diplomati, il 13,9% tra chi ha la licenza media e il 18,1% della popolazione in possesso soltanto del diploma di scuola elementare.
Le statistiche dimostrano dunque che studiare serve, eccome, per trovare un'occupazione. Piuttosto, i problemi del mercato del lavoro e del sistema di istruzione italiani sono altri. Nel nostro Paese c'è una convinzione diffusa che frequentare l'università serva a poco, soprattutto per due ragioni. La prima è che in Italia c'è un alto tasso di abbandono scolastico e universitario.
Nonostante la riforma del 3+2, che ha introdotto le lauree brevi e le ha divise da quelle specialistiche per ridurre il fenomeno degli abbandoni, il tasso di studenti che non completano il percorso di studi è purtroppo elevatissimo, sopra il 33-35%. Oltre un terzo delle matricole che entrano negli atenei italiani, insomma, ne escono senza avere alcun titolo di studio utile in mano.
Ma c'è un'altro fattore che ha creato un sentiment così negativo verso la laurea. In Italia gli studenti che raggiungono il tanto ambito titolo di dottore o dottoressa riescono ad arrivarci in età molto più avanzata rispetto ai loro coetanei stranieri. Secondo i dati di Almalaurea, l'età media del conseguimento della laurea nel nostro Paese è di oltre 26 anni, ben superiore alla media continentale. Inoltre, secondo l'Ocse, prima di trovare un lavoro stabile i giovani di tutta la Penisola impiegano in media quasi 4 anni dal termine degli studi.
Il che significa che ci sono molti nostri connazionali laureati che riescono a trovare una collocazione adeguata nel mondo del lavoro soltanto dopo aver compiuto 30 anni, cioè 7-8 anni più tardi rispetto ai giovani di altri paesi come la Gran Bretagna. Gli italiani perdono così l'occasione di formarsi in maniera adeguata in quella fascia di eta' in cui hanno più energie e una maggiore capacità di apprendimento. E perdono pure l'opportunità di accumulare un'esperienza che può essere poi spesa anche all'estero. Ecco perché probabilmente molti pensano che la laurea serva a poco per trovare un lavoro, anche se le statistiche dicono il contrario.