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February 15 2018
“Gli omicidi rituali sono una cosa rara e per questo bisogna evitare di dare letture esoteriche e complottiste a casi che nulla hanno a che vedere con questa tipologia di delitti”. Bisognerà attendere ancora gli ultimi sviluppi investigativi per affermare che l’uccisione e il successivo scempio del cadavere di Pamela Mastropietro, uccisa a Macerata il 30 gennaio scorso, possa definirsi un ‘omicidio rituale’.
“L'omicidio rituale è un sacrificio che prevede l'uccisione di una vittima sacrificale al fine di ottenere vantaggi spirituali o profitti terreni - spiega a Panorama.it, Luigi Corvaglia, Presidente del Cesap, Centro Studi Abusi Psicologici – nasce come pratica religiosa diffusa in varie parti del mondo ma ha assunto nel tempo aspetti differenti”.
“Si può parlare ancora di omicidi rituali in senso stretto, ovvero, nella sua forma originaria in alcune sacche culturali pre-moderne di Africa e America Latina mentre in Occidente è stata arricchita di contenuti esoterici da alcune frange occultiste”.
Cauto nel ricondurre l’omicidio di Macerata a pratiche rituali nigeriane anche l'ex procuratore antimafia Franco Roberti che, però, non lo esclude in modo categorico.
Roberti, infatti, precisa che se gli investigatori accertassero collegamenti con la mafia nigeriana, non si poterebbe escludere la realizzazione di un rito sacrificale riconducibile ai “Secret cults”, culti segreti, in quanto sono una componente del metodo mafioso nigeriano.
“Il caso della povera Pamela, qualora fosse accertato si sia trattato di omicidio rituale, nulla ha a che fare con la tradizione occidentale - precisa Corvaglia - Se effettivamente la ragazza è stata vittima di un gruppo di persone legate alla mafia nigeriana, in particolar modo alla Black Axe, una sorta di culto nato come confraternita studentesca sul modello della americana Skulls and Bones e mutatasi in una delle organizzazioni criminali più feroci, si tratterebbe di un caso di pratica legata al Juju”.
La Juju sarebbe una forma di stregoneria tipica di quella parte del continente africano ed in particolare del sud della Nigeria.
“L'antropofagia è talvolta prevista quale modo di ingraziarsi gli spiriti ed assumere poteri – prosegue l’esperto- i casi europei ed occidentali, invece, sono legati a concettualizzazioni più raffinate legate all'esoterismo occidentale "di frangia", al satanismo "fai da te", non organizzato e, spesso, a casi individuali di psicopatologia con deliri mistici”.
Secondo il Cesap, nessun caso in Italia è stato mai accertato al 100% quale omicidio rituale, ma di sicuro molti portano suggestioni di questo tipo. Ad esempio, la serie di omicidi attribuiti al "mostro di Firenze".
“Le indagini hanno coinvolto vari personaggi legati a conventicole esoteriche - puntualizza Corvaglia - Si deve però fare molta attenzione a non cadere nella invalsa tendenza attualmente in voga in una certa subcultura "mistica" e complottista che vede la ritualità esoterica in qualunque omicidio irrisolto o particolarmente feroce”.
“Il caso di Cogne, quello di Erba, quello di Yara Gambirasio, quello di Meredith Kercher, quello di Melania Rea sono tutti stati letti come omicidi rituali da alcuni sulla base di "evidenze" numerologiche, cabalistiche e di confuse conoscenze esoteriche - continua - in realtà è possibile produrre una perfetta ricostruzione a tema esoterico con qualunque elemento rinvenibile negli articoli di stampa sui casi”.
Poi lo psicologo clinico conclude facendo un esempio su come sia facile creare una “fake news” su un caso di omicidio.
“Io stesso sono stato anni fa artefice di una 'beffa' a carattere esoterico riguardo al caso di Elisa Claps. Scrissi infatti alla redazione di un noto programma televisivo fingendomi esoterista e portando dieci prove del fatto che si trattava di un "omicidio rituale". In realtà avevo solo fatto in modo di far coincidere i dati di stampa con la teoria. Il mio "fake" fu considerato degno di attenzione dalla redazione, al punto che l'ipotesi venne presentata nella puntata seguente del programma”.