Lifestyle
December 15 2021
«One secondè dedicato a tutti coloro che amano i film». Parola di Zhang Yimou, il regista di Lanterne rosse e La foresta dei pugnali volanti, uno dei più importanti e influenti della Cina, membro centrale della quinta generazione di registi cinesi. Nel suo nuovo film One second, dal 16 dicembre nelle sale italiane distribuito da Fenix Entertainment e Europictures, trasferisce tutta la trepidazione sognante che si prova verso i film che amiamo e che ci accompagnano per tutta la vita.
One Second è un rocambolesco e coinvolgente atto d’amore verso il cinema, tra gli spazi sconfinati e desertici di una Cina degli anni della Rivoluzione Culturale. Qui inizia l’accidentato viaggio di un rullo di pellicola, conteso tra un misterioso uomo dal muso sporco (Zhang Yi) e una ragazzina orfana teppistella (Liu Haocun). La loro accesa disputa, a suon di colpi in testa e bugie, di distretto in distretto, finisce in un villaggio con la popolazione in palpitante attesa per la proiezione del film. Signor Cinema (Fan Wei), così è chiamato il proiezionista accolto dai popolani come il Messia, interrompe la controversia tra i due in nome della proiezione della pellicola: «È come la festa dell’anno nuovo quando arrivo io». Ma, sottoposta a mille peripezie, la pellicola ormai è sporca e rovinata. Occorrerà un impressionante lavoro di squadra, di tutti i cittadini riuniti sotto gli ordini di Signor Cinema, per ripristinare il nastro e rendere possibile la proiezione. Una sorta di rito collettivo spinto unicamente dal desiderio di sedersi a gustare il film. E intanto, pian piano, scopriamo i veri motivi che hanno mosso il misterioso uomo e la giovane orfana a bramare così tanto quella pellicola.
«I film ci accompagnano mentre cresciamo», ha detto Zhang Yimou. «I sogni ci accompagnano per tutta la vita. C'è sempre un film in particolare che si ricorda per tutta la vita, e forse non solo il film stesso, ma anche il tipo di aspettativa che cattura... un desiderio di guardare le stelle».
In questo video in esclusiva un estratto del film One second: