L'Onu forza la mano ad Hamas che mostra le sue divisioni interne

Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU ha approvato ieri sera la bozza di risoluzione degli Stati Uniti che sostiene il piano di cessare il fuoco a Gaza annunciato da Joe Biden, invitando Hamas ad accettarlo. Il testo, per rispondere alle richieste di diversi paesi che volevano fosse menzionato anche Israele, « esorta entrambe le parti ad attuare pienamente i termini del piano senza indugio e senza condizioni». La bozza è stata approvata con 14 voti favorevoli e l'astensione della Russia. L'ambasciatore russo all'ONU, Vasily Nebenzya, spiegando la decisione di Mosca di astenersi durante il voto di lunedì, ha affermato (mentendo) che «ai membri del consiglio è stato chiesto di approvare una proposta che non hanno visto nella sua interezza». Poi ha aggiunto che ai membri è stato detto che Israele ha accettato la proposta, mentre Netanyahu ha ripetutamente insistito sul fatto che la guerra continuerà fino a quando Hamas non sarà sconfitto, lasciando intendere che quest'ultima era in contrasto con la proposta avanzata da Biden.

Il presidente americano ha invitato Hamas «a dimostrare di voler davvero una tregua accettando l'accordo proposto nel piano degli Stati Uniti, approvato dalle Nazioni Unite». Poi Biden sempre su X scrive: «Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU ha adottato la nostra risoluzione che invita il movimento islamico al potere nell'enclave palestinese 'ad accettare l'accordo per stabilire un cessate il fuoco con il rilascio degli ostaggi israeliani. Hamas afferma di volere una tregua e questo accordo è un'opportunità per dimostrare che fanno sul serio».L'ambasciatrice USA all'ONU, Linda Thomas-Greenfield dopo il voto ha dichiarato: « Oggi abbiamo mandato un messaggio chiaro ad Hamas: accettate questo accordo sul cessate il fuoco che Israele ha già accettato, ei combattimenti potrebbero fermare oggi. Oggi abbiamo votato per la pace Gli Stati Uniti contribuiranno ad assicurare che Israele rispetti i suoi obblighi, nel caso Hamas accetti l'accordo e oggi riaffermiamo anche l'impegno alla visione dei due stati».

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu secondo quanto riferito dal segretario Stato americano Antony Blinken ha riaffermato il suo impegno a favore di una proposta di cessare il fuoco a Gaza: « Ieri sera ho incontrato il primo ministro Netanyahu e lui ha riaffermato il suo impegno nei confronti della proposta».

E Hamas ora cosa farà? Un funzionario del gruppo jihadista ha riferito all'agenzia Reuters che Hamas ha accettato la risoluzione dell'ONU per la cessazione del fuoco ed è pronta a negoziare sui dettagli. Attenzione però a cadere nell'ennesima trappola dei jihadisti palestinesi perché la loro tattica è sempre quella di giocare su più tavoli; se la cosiddetta ala politica talvoltasi mostra conciliante quella militare rappresentata da Yaya Sinwar e Mohammed Deif, nascosta da otto mesi nel sottosuolo della Striscia di Gaza non intendono cedere e arrendersi. Lunedì sera, il Wall Street Journal ha rivelato una corrispondenza agghiacciante tra il leader di Hamas, Yahya Sinwar, ei suoi stretti collaboratori nell'organizzazione terroristica. Per mesi, Sinwar ha rifiutato di accettare un accordo di cessate il fuoco e scambio di prigionieri che non include la fine completa della guerra e il ritiro dell'IDF da Gaza, condizioni che lascerebbero Hamas al potere e in grado di riorganizzarsi, permettendo al gruppo di mantenere la promessa di ripetere i massacri del 7 ottobre. Secondo il WSJ, dietro questo rifiuto c'è il calcolo che più combattimenti e più morti civili palestinesi vanno a suo vantaggio. Il WSJ ha osservato che, in dozzine di messaggi, Sinwar ha mostrato un freddo disprezzo per la vita umana, chiarendo di ritenere che Israele abbia più da perdere dalla guerra rispetto a Hamas. I messaggi sono stati condivisi da più persone con opinioni diverse su Sinwar. In un recente messaggio ai funzionari di Hamas che cercavano di mediare un accordo per lo scambio di prigionieri, Sinwar ha scritto: « Abbiamo gli israeliani proprio dove li vogliamo».

In un altro messaggio ai leader di Hamas a Doha, Sinwar ha descritto le morti civili a Gaza come «sacrifici necessari. Facciamo notizia solo con il sangue. Niente sangue, nessuna notizia». Sinwar ha anche promesso ai suoi collaboratori che «il viaggio di Israele a Rafah non sarà una passeggiata nel parco».In una lettera dell'11 aprile al leader di Hamas Ismail Haniyeh che ha visto la morte dei suoi tre figli, Sinwar ha scritto che « quelle morti e altre infondono vita nelle vene di questa nazione, spingendola a raggiungere la sua gloria e il suo onore». Sinwar ha anche ammesso che durante il massacro del 7 ottobre « le cose sono andate fuori controllo» e facendo riferimento ai terroristi e ai civili di Gaza che hanno preso in ostaggio donne e bambini, ha scritto: « La gente è rimasta coinvolta in questo e non sarebbe dovuto accadere». In ogni caso anche senza una tregua duratura, Sinwar ritiene che Netanyahu abbia poche opzioni oltre a occupare Gaza e impantanarsi per mesi o anni nella lotta contro un'insurrezione guidata da Hamas. Ma quanto è profonda la diversità di vedute tra le due fazioni di Hamas?

Premesso che stiamo parlando di assassini e criminali di guerra il WSJ ha anche osservato che, secondo i funzionari arabi che hanno parlato con Hamas, a novembre la leadership politica dei miliziani ha iniziato a prendere le distanze da Sinwar, sostenendo che non li aveva informati prima degli attacchi del 7 ottobre 2023. All'inizio di dicembre, quei leader politici hanno iniziato a incontrare altre fazioni palestinesi per discutere un piano postbellico, ma Sinwar è stato escluso dai colloqui. Appena Yaya Sinwar è venuto a conoscenza degli incontri fatti alle sue spalle li ha definiti «vergognosi e oltraggiosi. Finché i combattenti rimarranno in piedi e non avremo perso la guerra, tali contatti dovrebbero essere immediatamente interrotti.Abbiamo le capacità per continuare a combattere per mesi!». Successivamente ha inviato una serie di messaggi nei quali ha esortato il gruppo politico di Hamas a non fare concessioni nei negoziati per un accordo, insistendo invece sulla fine della guerra, in modo da esercitare pressioni su Israele. Sinwar ha quindi scritto: « Sono disposto a morire combattendo» , paragonando la guerra di Gaza a quella in cui Mohammed fu ucciso per poi concludere: «Noi obbiamo andare avanti sulla strada che abbiamo iniziato». Se lui è deciso a morire nei tunnel portandosi dietro gli ultimi ostaggi, i leader “politici” che vivono come nababbi all’estero non ci pensano nemmeno a rinunciare alle ville ai miliardi di dollari rubati fin qui. Ismail Hanyeh e sodali proveranno in tutti i modi a resistere e potrebbero anche abbandonare Sinwar e Deif al loro destino come fanno sempre i criminali quando sono con le spalle al muro.

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