Fatto il Presidente è ora di (ri)fare Confindustria

Per giorni dentro Confindustria si è parlato della sfida tra Orsini e Garrone per la presidenza; una battaglia che per certi versi ha ricordato gesti della politica con gli schieramenti (e chi c’è dietro di loro) pronti a fronteggiarsi ed a contarsi. Ed è proprio la «conta» dei numeri, difficile e divisiva, ad aver convinto Edoardo Garrone a fare un passo indietro. «Dopo forti fratture e forti tensioni - ha scritto nella lettera inviata agli industriali per motivare la rinuncia alla corsa - non serve che un candidato possa vincere per qualche voto, magari frutto di “impegni o scambi” eccessivi e per me intollerabili e inaccettabili. Solo sostenendo un unico candidato e mettendolo nella condizione ideale per forza ed autonomia si può garantire la migliore governabilità alla nostra Confindustria».

Si potrebbero dire diverse cose sul passaggio dedicato a “impegni o scambi eccessivi” ma questo distoglierebbe l’attenzione da quella che è la questione di fondo.

Confindustria sta vivendo il suo periodo più difficile dalla sua nascita; una crisi profonda non solo della associazione ma lo specchio dello stato attuale del mondo industriale italiano. Il 2023 e l’inizio del 2024 hanno raccontato di cessioni eccellenti e della fine di storie aziendali e familiari decennali che hanno fatto tanto ma che oramai erano diventate difficili da sostenere. Non solo. I dati del fatturato del settore hanno fatto segnare continui ribassi, con contrazione i pesanti. Certo, non aiuta il contesto internazionale, dalla crisi in Ucraina a quella nel canale di Suez per gli attacchi degli Houthi alle navi mercantili; a questo poi vanno aggiunte le questioni finanziarie, con la situazione dei tassi di interesse che solo a giugno potrebbero cominciare a scendere. Ma oltre a questo c’è qualcosa di strutturale nel mondo industriale italiano da rivedere.

Servono idee nuove, servono nuove visioni, serve leggere la direzione del mondo industriale di domani, capire ad esempio come utilizzare la rivoluzione dell’intelligenza artificiale, farsi trovare pronti ai momenti ed agli eventuali cambiamenti globali favorevoli. Serve snellire l’associazione stessa, liberarla da riti e dinamiche che oggi non hanno alcun senso di essere.

Una sfida difficile anche perché di certo viale dell'Astronomia non può pretendere o chiedere la luna ad un governo alle prese con risorse economiche limitate (anche se eliminare certi inutili e pesanti zavorre della burocrazia sarebbe cosa utile a tutti e a costo quasi zero…).

Domani il Consiglio Generale darà quindi il via libera alla presidenza di Emanuele Orsini che verrà ratificata a maggio dall’assemblea nella speranza che, appianate oggi le lotte interne, da domani cominci davvero la risalita di Confindustria che forse si gioca la sua stessa sopravvivenza.

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