Oscar 2019, i nostri vincitori
Il testa a testa agli Oscar 2019 è tra Roma di Alfonso Cuarón e La favoritadi Yorgos Lanthimos, film con il maggior numero di nomination, dieci a testa. Ovvero un messicano, da una parte, un greco dall'altra. Ed è perfettamente in linea con gli Academy Awards sempre più cosmopoliti, politicie attenti alle diversità, dopo le polemiche #OscarSoWhite del 2016. È in linea anche con la "legge" non scritta che vede gli Oscar seguire le indicazioni della Mostra del cinema di Venezia, dove Roma fu Leone d'oro e La favorita Leone d'argento.
Nella notte italiana tra domenica 24 e lunedì 25 febbraio sapremo chi avrà la meglio. Se Lady Gaga - difficilmente - sarà incoronata da Hollywood come miglior attrice per A star is born. Se Rami Malek, che ha fatto rivivere Freddie Mercury in Bohemian Rhapsody, vincerà il suo primo Oscar. Se Black Panther, forte di otto candidature, sarà il primo film di supereroi targato Marvel (con supereroe nero, sia chiaro) a far breccia sull'Academy of Motion Picture Arts and Sciences a suon di statuette.
Intanto noi ci divertiamo a cercar di intuire chi avrà la meglio e a dire chi vorremmo che vincesse (qui tutte le nomination).
Miglior film
Otto i contendenti, tra cui stona la presenza di A star is born, discreto esordio alla regia di Bradley Cooper che non vale l'onore di cotanta candidatura. Già detto: la sfida è tutta tra Roma e La favorita, anche se è la meravigliosa tragicommedia in costume di Lanthimos, tutta acume e vetriolo, a meritare senza dubbio. La sensazione, purtroppo, è che invece possa prevalere Roma: ricordo di infanzia di Cuarón, messicano, dal punto di vista della sua domestica indigena, può colpire il cuore intellettuale dell'Academy, che tanto vuole premiare gli ultimi (e dare una stoccata a Trump, che sul confine con il Messico vuole ergere il famigerato muro).
Alle spalle? Green book, già Golden Globe come miglior film commedia. Non vincerà ma se lo facesse non sarebbe un delitto: quella di Peter Farrelly è una storia sul superamento dei pregiudizi che colma di risate e sentimenti dolciastri.
Il timore è che, sempre sulla scia di reazione a #OscarSoWhite, possano alla fine avere la meglio Black Panther di Ryan Coogler o BlacKkKlansman di Spike Lee, buoni lavori, non da Oscar.
Chi vincerà: Roma
Da non sottovalutare: Green book
Dovrebbe vincere: La favorita
Migliore regia
I cinque candidati sono BalckKklansman di Spike Lee, Roma di Alfonso Cuarón, Cold war di Pawel Pawlikowski, Vice - L'uomo nell'ombra di Adam McKay, La favorita di Yorgos Lanthimos.
Anche in questo caso i più meritevoli sono Lanthimos, su tutti, che usa inquadrature inaspattate, di estatica meraviglia, e muove le sue attrici con superbia, e quindi Cuarón, forte di un bianco e nero che seduce. A ruota McKay, che ordisce un biopic su Dick Cheney dalla struttura scattante e corrosiva.
Sempre in virtù di un bianco e nero evocativo, ha chance anche il polacco Pawlikowski, già vincitore dell'Oscar come miglior film straniero con Ida (anch'esso in bianco e nero).
Forse l'Oscar alla migliore regia e quello al miglior film saranno distruibuiti equamente tra i due frontrunner, La favorita e Roma, anche se è La favorita a meritare di far l'asso pigliatutto.
Chi vincerà: Yorgos Lanthimos per La favorita
Da non sottovalutare: Alfonso Cuarón per Roma
Dovrebbe vincere: Yorgos Lanthimos per La favorita
Migliore attrice protagonista
Olivia Colman, con La favorita, è... la favorita. Ha già vinto la Coppa Volpi a Venezia per la sua interpretazione della fragile e suscettibile regina Anna e anche il Golden Globe in una commedia. Glenn Close, che in The wife è la moglie nell'ombra di un grande scrittore premio Nobel, potrebbe darle filo da torcere: ha già vinto il Golden Globe in un film drammatico.
La terza incomoda è Yalitza Aparicio, attrice esordiente che per Roma, pur essendo di origine indigena, ha imparato la lingua mixteca che non conosceva.
Fuori dai giochi Lady Gaga con A star is born.
Chi vincerà: Olivia Colman per La favorita
Da non sottovalutare: Yalitza Aparicio per Roma
Dovrebbe vincere: Glenn Close per The wife
Migliore attore protagonista
La battaglia in questa categoria è a due, tra il camaleontico Christian Bale, nei larghi e ambigui panni di Dick Cheney in Vice - L'uomo nell'ombra (per la parte ha preso 20 chili), già vincitore del Golden Globe in una commedia, e Rami Malek, energico Freddie Mercury di Bohemian Rhapsody e anche lui già vincitore del Golden Globe, in un film drammatico.
Dietro a questi fanno capolino il Viggo Mortensen di Green book, con inflessione italiana e pancione da chi ama il cibo super unto, e Willem Dafoe che è un Van Gogh ossessionato dalla luce in Van Gogh - Sulla soglia dell'eternità.
Bale è alla quarta candidatura e ha già vinto un Oscar, da non protagonista, per The Fighter nel 2011; per Malek è la prima candidatura.
Chi vincerà: Rami Malek per Bohemian Rhapsody
Da non sottovalutare: Viggo Mortensen per Green book
Dovrebbe vincere: Christian Bale per Vice - L'uomo nell'ombra
Migliore attrice non protagonista
Le cinque sfidanti sono tutte meritevoli: incisive, determinanti. Sono Amy Adams per Vice- L'uomo nell'ombra; Marina de Tavira per Roma; Regina King per Se la strada potesse parlare; Emma Stone e Rachel Weisz, entrambe superbe ne La favorita.
Chi emerge, tra tutte? Emma Stone, alla sua terza candidatura. Come Lady Abigail, nobildonna decaduta alla ricerca dei favori della regina, è eccezionale: da applausi la sua espressività facciale, in smorfie e occhioni stupiti, sempre sotto l'aura di uno straripante cinismo manipolatore. A penalizzarla, forse, il fatto di aver vinto l'Oscar - come migliore protagonista - solo due anni fa, con La La Land.
La insidia Regina King, mamma coraggiosa e amorevole nel dramma afroamericano di Barry Jenkins, che già ha vinto il Golden Globe (ed è sempre una buona risposta a #OscarSoWhite).
Chi vincerà: Regina King per Se la strada potesse parlare
Da non sottovalutare: Rachel Weisz per La favorita
Dovrebbe vincere: Emma Stone per La favorita
Migliore attore non protagonista
Sul fronte maschile, meno pregnanti le interpretazioni in gara. Le più degne di nota? Quella di Mahershala Ali come pianista nero in tour nel sud razzista di Green book e quella di Sam Elliott, fratello rancoroso ma premuroso di A star is born.
Mahershala Ali è alla sua seconda candidatura e la prima colpì subito il segno con l'Oscar da protagonista per Moonlight.
Chi vincerà: Mahershala Ali per Green book
Da non sottovalutare: Sam Elliott per A star is born
Dovrebbe vincere: Mahershala Ali per Green Book
Miglior film straniero
A meritare di più il giapponeseUn affare di famigliadi Hirokazu Kore'eda, Palma d'oro a Cannes e secondo noi miglior film del 2018, e il libaneseCafarnao della regista (una donna, finalmente!) Nadine Labaki.
Attenzione però a Roma di Cuarón: se le altre categorie degli Oscar non lo avessero premiato abbastanza, l'Academy probabilmente non resisterà e lo incoronerà almeno in questa sezione. Ha già vinto il Golden Globe come miglior film straniero.
Chi vincerà: Roma di Alfonso Cuarón (Messico)
Da non sottovalutare: Cafarnao di Nadine Labaki
Dovrebbe vincere: Un affare di famigliadi Hirokazu Kore'eda
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