Allarme, ad ottobre raddoppiano le bollette del gas

Come se non bastassero i rincari delle bollette che si sono registrati negli ultimi mesi o ottobre le famiglie rischiano di vedere lievitare le proprie spese per la fornitura di energia del 100%. L’allarme arriva dall’Authority dell’energia – Arera- che in una segnalazione inviata al Parlamento ha spiegato che senza interventi straordinari e urgenti da parte delle istituzioni, “è atteso un incremento delle bollette per le famiglie, stimabile di oltre il 100% rispetto al trimestre in corso”. L’Arera valuta l’ulteriore possibile balzo in alto delle tariffe a partire dal prossimo ottobre, laddove “si mantenessero i livelli delle quotazioni degli ultimi giorni” con il prezzo del gas a oltre 200 euro a megawattora.

Quello che sta accadendo è che c’è poco gas e quel poco costa tantissimo. I fornitori, quindi, in vista dell’inverno si stanno impegnando a reperire sui mercati all’ingrosso i volumi necessari per soddisfare la domanda, ma nello stesso tempo non sono più disposti (e in grado) di affrontare eventuali morosità da parte di aziende e condomini. Morosi che, proprio con i prezzi alle stelle, non fanno che aumentare di mese in mese.

Cos’è il mercato di salvaguardia

E allora che succede? Che coloro che sono insolventi o poco affidabili e rischiano di perdere la fornitura di energia finiscono nel cosiddetto mercato di salvaguardia. Si tratta di un servizio regolamentato da ARERA, che accoglie i clienti non domestici che si trovano momentaneamente senza fornitore per vari motivi legati al filo conduttore della morosità. Il mercato di salvaguardia esiste dal 2018 ed è coperto dai cosiddetti “oneri di sistema” che si leggono sulle bollette; voce che il governo ha deciso di sterilizzare e quindi in caso di mancato pagamento l’intero costo sarà coperto dalla “fiscalità generale” cioè dai contribuenti. Viene chiamata “socializzazione degli oneri non esigibili”. In pratica se aziende e utenti non domestici non pagano le bollette – vista l’attuale congiuntura economica e politica - finiscono per rispondere ai parametri grazie ai quali di entra nel mercato di salvaguardia pubblico e in quel caso le morosità vengono coperte con i nostri soldi sotto forma di ulteriori rincari sul conto del gas di fine mese.

Arera: bisogna intervenire sul sistema

La ricetta dell’autority per prevenire i rincari invita ad “interventi nel mercato nazionale ed europeo del gas naturale, finalizzati al riequilibrio della domanda e dell’offerta, contenimento dei prezzi e relativi all’assetto del sistema”.

Anche perché di mese in mese i 150 fornitori di energia segnalano sempre più morosi che passano velocemente sotto l’ombrello protettivo del mercato di salvaguardia con il rischio che tra qualche tempo la stragrande maggioranza degli utenti non domestici in Italia sia tutelata dallo Stato finendo per gravare anche sui conti già dissestati delle famiglie. Non solo: l’effetto domino delle dinamiche sulla disponibilità del gas, potrebbe tradursi nell’incapacità dei venditori di far fronte alla richiesta causando un default degli stessi, che come scrive ancora Arera produrrebbe un “aumento dei costi da socializzare a carico della generalità dei clienti finali, per effetto delle risoluzioni dei contratti di bilanciamento o di distribuzione degli operatori, oppure dell’aumento della morosità dei clienti finali”, quindi ancora una volta noi.

Fino a quando si andrà avanti

Tutto questo andrà avanti senza dubbio fino a gennaio quando dovrebbe finire il mercato di tutela. Entro allora, però, se si continua così tutti i morosi saranno finiti in salvaguardia e cercare gas sul libero mercato sarà ancora più difficile senza dare gara forti garanzie. A questo va aggiunto il fatto che Arera ha modificato l'indicizzazione del prezzo del gas per i clienti tutelati dal mercato di salvaguardia generando un aumento dei prezzi che d’ora in poi potranno oscillare su base mensile esponendo i fornitori a ulteriori rischi di defoult.

Il nodo degli extraprofitti

In teoria, inoltre, la “socializzazione degli oneri” avrebbe dovuto essere finanziata dai cosiddetti extraprofitti delle società energetiche tassando il surplus dei ricavi al 25%. Il Governo aveva stimato che questa operazione avrebbe generato un extra incasso da 23 miliardi di euro a finanziare, appunto, gli oneri di sistema. Secondo quanto ha riportato il Sole24Ore, invece, l’acconto che andava pagato al Ministero delle Finanze entro il 30 giugno avrebbe raccimolato solo 2 miliardi di euro con un crollo del 90% della stima prevista.

Ancora una volta, quindi, saranno le famiglie a doversi far carico della socializzazione degli oneri e questo spiega perché sono previsti rincari di quasi il 100% sulle bollette dei prossimi mesi.

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