Pagare con le carte di credito ci fa indebitare

A livello mondiale negli ultimi 20 anni i pagamenti bancomat, con carte di credito, gli acquisti su e-commerce, internet banking e pagamenti con lo smartphone sono raddoppiati. Un trend che si vuole portare anche in Italia soprattutto per cercare di frenare l'evasione fiscale rendendo tracciabili i vari pagamenti. Ma come tutte le cose, c'è il rovescio della medaglia. Il tasso di indebitamento medio delle famiglie è decisamente aumentato. Perché?

L'ultimo allarme in questo senso arriva dalla civilissima Finlandia, paese che, come tutti i quelli del nord Europa, ha promosso la digitalizzazione dei pagamenti e ha visto nel 2018 crescere l'uso di carte e internet banking dell'81%. Purtroppo la diminuzione degli scambi in contante non è stata accompagnata da una diffusione della cultura finanziaria tra la popolazione che, complice i bassi tassi d'interesse e la facilità di accesso al credito, ha finito per spendere più di quanto guadagna tanto da diventare dei debitori.

Da quanto emerso da una recente ricerca sulla crescita del credito a consumo su 5,5 milioni totali di finlandesi, 385.000 non riescono a pagare le rate e la percentuale è in costante aumento (nell'ultimo anno del 30%).

Secondo la Banca di Finlandia l'indebitamento delle famiglie in relazione al loro reddito ha raggiunto il livello record del 127%, un trend che rappresenta una minaccia sia per la ricchezza dei cittadini che per l'economia del Paese.

Da quanto spiegato dal direttore della comunicazione della Banca di Finlandia "L'indebitamento ha a che fare con il modo in cui vengono effettuati i pagamenti nei Paesi nordici, perché l'intero processo di pagamento per gli acquisti è diventato letteralmente invisibile. Quello che vediamo è che, soprattutto tra i giovani, ma anche tra altre fasce della popolazione, a volte capita che il conto di quanto effettivamente speso non venga considerato, pagare è così facile che non viene più data così tanta attenzione".

E quindi, strisciata dopo strisciata, si arriva a fine mese con rate da pagare che superano quello che si è guadagnato negli ultimi 30 giorni. Un fenomeno già avvertito in altri paesi, molto pesante negli Stati Uniti, sempre tra i più giovani.

E quando finiscono i soldi si inoltra – talvolta basta un sms – una domanda di prestito a una delle decine di società di micro-credito che erogano denaro con estrema facilità ma a tassi d'interesse molto alti e così si entra in un circolo vizioso che finisce per impoverire il ceto medio e mettere l'intera nazione in ginocchio.

Del resto quanto sta accadendo in Finlandia è simile a quanto accaduto negli Stati Uniti ai tempi della diffusione di massa delle carte revolving e della tempesta perfetta dei mutui subprime (2008): facile accesso al credito, aumento del debito, impossibilità di onorare gli impegni finanziari, collasso del sistema. Una catena causa effetto agevolata proprio dalla digitalizzazione dei pagamenti. Se è vero, infatti, che carte di credito e bancomat ostacolano il sommerso e facilitano la tracciabilità del sistema economico finanziario nazionale, dall'altra parte impongono una grande opera di approfondimento della cultura dei pagamenti digitali sulla popolazione.

Negli Usa solo il debito privato è calcolato intorno ai 13.500 miliardi di dollari e a quello di carte di credito e debito va aggiunto il debito per finanziare gli studi e per compare macchine e mobili, tutti finanziamenti spesso erogati a soggetti finanziariamente deboli che poi si rivelano non essere in grado di fronteggiare gli impegni economici. Basti pensare al credito allo studio: negli ultimi 10 anni il valore complessivo di questi finanziamenti è più che raddoppiato, balzando da 600 a 1.380 miliardi di dollari e rappresenta la seconda voce di debito privato dopo i mutui per la casa che valgono quasi 9.000 miliardi.

La Finlandia, ora, cerca di correre ai ripari e ha deciso di effettuare un sondaggio tra la popolazione sulla cultura della digitalizzazione economica per poi elaborare corsi e mettere a disposizione pagine web in grado di aiutare i cittadini a districarsi nella giungla del debito-credito e della virtualizzazione degli scambi economici. La strategia dovrà agire a livello nazionale e comprendere autorità, banche, esperti del settore, organizzazioni non governative, società, privati e sindacati.

Lo scopo è quello di educare la popolazione a prendere scelte economicamente sostenibili e a non indebitarsi più di quanto possano sostenere.

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