La «Guerra dei Palloni» tra spionaggio e follie aliene
Negli ultimi giorni sempre più aviazioni militari stanno dicendo di aver abbattuto qualche pallone sonda, drone o altro oggetto volante, poco importa se si tratta di aerostati civili e innocui o meno. L’importante – o almeno la scusa ufficiale – è che si trovino all’interno dello spazio aereo nazionale, che per convenzione è quello compreso nelle dodici miglia dalla costa, a una quota che va dal suolo (o dall’acqua), normalmente da circa 150 metri fino a una altitudine di 60.000 piedi (18,2 km). In mezzo c’è lo spazio aereo controllato e non diviso in differenti classi, tipicamente da 3 a 15 km d’altezza, nel quale transita la maggioranza del traffico aereo civile commerciale. L’unico traffico per il quale un pallone come quello abbattuto per primonegli Usa, possa rappresentare un pericolo concreto. Certamente abbattere qualcosa che sta esaurendo la sua missione, come i palloni meteorologici o sonde di vario genere, non comporta alcuna perdita per chi lo ha lanciato, dal momento che ha previsto di perderlo comunque, ma offre alle nazioni sorvolate un’ottima occasione per far parlare di sé o per poter dire di essere spiati. Ebbene: gli Usa per tre giorni consecutivi hanno abbattuto “oggetti volanti” in Alaska e in Canada, che in comune hanno soltanto il fatto di essere lenti e voluminosi. La realtà è che ogni giorno nel mondo i piloti ne segnalano centinaia. A farlo non sono soltanto i militari, ma anche il traffico aereo civile che ha allertato l’autorità aeronautica nazionale (Faa), la quale ha chiuso lo spazio aereo al di sopra del lago Huron, nel Michigan per alcune ore del 12 febbraio.
Ad abbattere quello in volo sul Canada, con tanto di assenso del governo di Ottawa, uno F-16 che ha lanciato un missile Sidewinder. Una mossa che tra aeroplano e ordigno è costata al contribuente americano almeno mezzo milione di dollari, ma che di questi tempi, come successo con lo F-22 qualche giorno prima, è un grande investimento per mantenere alto il livello di tensione con la Cina. A denunciare incursioni di “strani oggetti volanti” c’è ovviamente anche Taiwan, che in realtà subirebbe queste incursioni da anni, e anche la Cina, che ha riferito di un oggetto in volo poco distante da Qingdao, a poche miglia dalla base navale dove Pechino ormeggia parte della sua flotta di portaerei e sommergibili. La Cina peraltro accusa gli Usa di aver sorvolato le sue basi almeno una decina di volte lo scorso anno con mezzi analoghi, mentre Washington nega. Altri paesi della regione asiatica, tra i quali il Giappone e le Filippine, hanno osservato incursioni di aerostati nel loro spazio aereo, ma i loro governi hanno fornito pochi dettagli, né pare abbiano i mezzi per effettuare rapide analisi sulle emissioni che partono dalle sonde. Ma posto che nel mondo, ogni giorno, vengono lanciate per varie ragioni – soprattutto meteorologiche – migliaia di palloni a gas, e che sono sempre più frequenti i droni a lungo raggio utilizzati dalle forze militari in genere, ciò che non viene mai detto per ragioni di intelligence è che cosa venga ricevuto e trasmesso dal carico utile di questi oggetti, analisi che viene facilmente compiuta con voli di ricognizione e puntamento di speciali antenne. Infatti, oltre a quanto possano osservare o misurare questi oggetti, tutto sarebbe inutile se quanto rilevato non venisse trasmesso a qualche satellite o direttamente a qualche centro di ascolto, sia esso su una nave oppure su un aeromobile che si mantiene a debita distanza. Ma vero è che in epoca di “big data”, per poteralimentare grandi algoritmi sono necessarie grandi quantità di dati e questi possono essere raccolti soltantoaumentando il numero di sonde lanciate. Differente invece sarebbe stato l’oggetto abbattuto il 4 febbraio scorso, poiché la Difesa Usa sostiene di avere le prove che esso fosse dotato di apparati fotografici, ricevitori radio. Questo, tuttavia, stava volando ai limiti dello spazio aereo controllato, a oltre 18 km di altezza, e da quanto recuperato dalla Guardia Costiera e inviato all’Fbi, conterrebbe anche tecnologia occidentale. Dunque, è ancora difficile, per chi non può vedere i rottami direttamente, comprendere la reale natura della sua missione.
Aerostati, da tre secoli le migliori vedette in battaglia
Perché si usano i palloni è presto detto: sono infinitamente meno costosi dei satelliti, le cui orbite oggi vengono monitorate dalla Difesa di qualsiasi potenza per capire chi spia che cosa, offrono la possibilità di ripresa da quote inferiori, possono permanere in volo per giorni senza bruciare alcun combustibile, sono più difficili da rilevare con i radar, lenti e per questo considerati ottime piattaforme per raccogliere segnali.
Proprio sui radar è necessario un chiarimento: quelli installati su aeromobili civili sono apparati ti tipo meteorologico, emettono quindi frequenze che per la natura della lunghezza d’onda usata permettono di identificare le caratteristiche delle precipitazioni, dalla pioggia alla grandine, per intenderci. Mentre i radar militari sono costruiti per operare su bande di frequenza che riescono a identificare oggetti rigidi, le cui forme possano provocare la riflessione delle onde, anche se questi viaggiano molto veloci. Un pallone risulta poco visibile sia agli uni che agli altri per come è costruito.
Sono però invasivi e facilmente osservabili da aeroplani in volo. Un altro utilizzo sarebbe quello di affidarsi a loro per controllare le condizioni meteorologiche in aree potenzialmente obiettivo di missili balistici contestate nucleare, in modo da poterne massimizzare gli effetti. Infatti, tutti i tipi di specifiche atmosferiche come la pressione e la densità dell’aria influenzano la precisione di un missile nel suo rientro nell'atmosfera ad altissima velocità. La considerazione ovvia è quindi che i dati raccolti, seppure direttamente utilizzabili per scopi civili, sono anche sfruttabili a livello militare.
Secondo gli analisti Usa si tratterebbe di una delle attività previste dal piano di ammodernamento dell’esercito cinese condotta da una divisione non direttamente dipendente dallo Stato maggiore ma che agisce per conto dei servizi segreti, detta “Forza di supporto strategico”, una sorta di corpo simile alle forze spaziali e cibernetiche esistenti anche nella Difesa Usa e nella Nato.
In pratica, se già nelle guerre di tre secoli fa venivano usati i palloni per osservare i movimenti del nemico, oggi la tecnologia consente di costruirli con materiali in grado di essere trasparenti o quali alle onde radio (radar) e spesso anche foto-assorbenti o foto-riflettenti secondo i casi, costituendo un’alternativa ai rilevamenti effettuati con aeroplani spia, si pensi agli U-2 e agli SR-71 della Guerra fredda, recentemente rimessi in azione dagli americani.
Sulla possibilità di realizzare palloni “dirigibili”, ovvero dotati di un piccolo propulsore in grado di orientarne la rotta, ciò è possibile ma costituisce comunque una possibilità limitata di manovrabilità, poiché nella salita in alta quota si incontrano correnti impossibili da contrastare, che invece possono – e devono - essere sfruttate. Da questo punto di vista la navigazione dei palloni avviene come quella delle comuni mongolfiere: accertato con sistemi meteorologici satellitari e modelli matematici appositi, se non con gli stessi palloni sonda, che a una determinata quota la direzione del vento è favorevole allo scopo, si adatta la quota di volo di conseguenza. Quanto agli Ufo, secondo voi Lettori, gli alieni arriverebbero da un’altra galassia con il brevetto dei fratelli Montgolfier del 1782?
*L’autore è ingegnere aerospaziale, pilota di aerostato e nella sua carriera ha operato per anni nel settore dei dronicivili e militari.
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