Televisione
June 06 2023
Storia di un addio annunciato (da Dagospia), smentito e poi ufficializzato. Anche se il copione è molto simile, questa volta Francesco Totti e Ilary Blasi non c'entrano. I protagonisti della separazione che infiamma il gossip pre-estivo sono Paolo Bonolis e Sonia Bruganelli: ventuno anni dopo il matrimonio, celebrato nel 2002, le nozze tra il conduttore e la produttrice sono al capolinea. Ma non c'è il rischio che i due litighino per orologi e borsette deluxe. «Ho le mie borse e i miei Rolex», precisa lei. «Preferisco altre cose nella vita», stuzzica lui, chiudendo la lunga intervista a Vanity Fair con la qualche ufficializzano la fine della loro storia d'amore durata ventisei. Con una premessa: «Non ci sono di mezzo terze persone o amanti». E nemmeno avvocati e battaglie per gli alimenti. Niente divorzio show alla Totti-Blasi, insomma, almeno per ora. Ma è comunque un addio destinato a far parlare.
Del resto, se ne parla da mesi tra frasi sibilline, provocazioni, rivelazioni (come quando spiegarono che avrebbero vissuto in due appartamenti separati ma comunicanti). Fino al boom di Dagospia, datato 12 aprile, quando il sito di Roberto D'Agostino rivela che quegli scricchiolii insistenti nascondevano in realtà l'imminente separazione. Notizia condita di dettagli (come quello sull'imminente intervista rivelatrice a Verissimo) che poche ore dopo Bonolis e la Bruganelli smentiscono categoricamente, buttandola sull'ironia (ma impastata di irritazione). «Fatevi sempre la vita degli altri. Bravi! Ad oggi non c’è una conferma o una smentita, non c’è niente. Sono indeciso se mandarli sul lastrico o separarci, il destino parlerà. Fatevi i cazzi vostri», disse il conduttore via social. Due mesi dopo, lui e la (quasi ex) moglie spiegano il senso di quella smentita con la voglia di dettare i tempi della comunicazione: «Era una notizia che avremmo dovuto dare noi per primi a chi di dovere. Ma nel fascinoso mondo di Pettegolandia la gente si attacca vampirescamente alle vite degli altri ignorando sentimenti, affetti, figli». Di figli ne hanno tre - Silvia, 20 anni, Davide, 19, e Adele, 15 - e, secondo la Bruganelli non si sono accorti di quello che stava succedendo tra i genitori: «Perché Paolo è un padre e un marito meraviglioso. La cosa che mi ha sempre colpito di lui è la libertà che non ha mai tolto agli altri. L’ha insegnata ai nostri ragazzi, che sono cresciuti vedendoci attraversare litigi e difficoltà senza che il rispetto e l’amore venissero meno».
Ma che cosa ha innescato la crisi? Niente amanti o terzi incomodi, ribadiscono. Qualcosa si è rotto quando la Bruganelli, svela Bonolis, «ha avuto difficoltà a stare in una situazione che non era più la sua. Si è sforzata, e per questo le devo fare i complimenti, finché è stato inutile continuare. Ci siamo confrontati, mi ha spiegato, ho capito. Non si può pretendere che una persona viva diversamente da ciò che sente di essere. Con un briciolo di civiltà e di buona coscienza si accoglie il cambiamento. Le cose accadono, l’importante è andare avanti perché non si può tornare indietro». Qualche dettaglio in più lo aggiunge lei: «Non riuscivo più a vivere con entusiasmo alcune delle cose che fanno parte di un rapporto di coppia. Da quando è morto mio padre, poi, ho proiettato il legame che avevo con lui su Paolo, il quale così è diventato un amico, un confidente. Quando ci siamo fidanzati io avevo 23 anni, non ero ancora laureata, lui era un uomo. Soltanto con il tempo e di fronte a certe circostanze abbiamo preso coscienza delle nostre differenze». Scene da fine di un matrimonio, ma senza strascichi polemici, almeno nelle intenzioni di entrambi. Tanto che l'obiettivo è quella di continuare a lavorare assieme (lei è una produttrice e ha una società che si occupa di casting televisivi e collabora anche con i programmi di Bonolis, compreso Ciao Darwin, che tornerà in autunno). «Si può collaborare anche quando le cose cambiano», ammette Bonolis. Che poi ribadisce quanto detto pochi giorni fa al Festival della tv, a Dogliani: l'obiettivo del conduttore è quello di lasciare la tv. «Non credo di lavorare ancora a lungo. Sono 44 anni che faccio questo mestiere. C’è un processo naturale, definibile biologicamente come “orchite”, che mi porta a pensare altrimenti della mia vita. Voglio dare al futuro un sapore diverso rispetto a quello che ho vissuto fino a ora». Ma da qui a due anni, tutto può succedere.