Lifestyle
November 30 2012
Un libro è fatto di parole e della capacità di costruire una storia: l'autore parte da un'idea e le fa prendere corpo, poi la storia passa al lettore, che la interpreta e la adatta a se stesso. Se il libro è scritto bene, il lettore sfoglia gli strati della narrazione per arrivare al "suo" nocciolo. Le parole entrano sottopelle e lasciano una traccia precisa.
Con Il corpo umano di Paolo Giordano succede questo. Leggendo le vicende di un gruppo di soldati italiani inviati in una delle basi militari più isolate e più esposte agli attacchi nel sud dell'Afghanistan, si capisce che il conflitto a cui stanno partecipando non è solo quello reale: gli scontri che Giordano racconta sono tutti i conflitti del mondo, anche - e soprattutto - quelli che ognuno vive dentro di sé. Ma la cosa speciale in questo libro è che non c'è solo il testo a dargli "corpo".
Parlarne personalmente con l'autore non ha fatto altro che accrescere queste sensazioni. E' successo in un incontro "senza filtro" organizzato l'altra sera a Milano dalla Mondadori, che ha l'incredibile capacità di saper radunare intorno a un autore pochi, autentici lettori che scrivono di libri per passione. Abbiamo conversato con Paolo Giordano come vecchi amici, condividendo le nostre impressioni davanti a un bicchiere di vino e a un'ottima focaccia. Qualche tweet lanciato in Rete, ma soprattutto molta presenza di corpi concentrati ad ascoltare. Per scoprire tanti piani di lettura diversi.
L'immagine della copertina, ad esempio, è un pezzo della storia. Ritrae un soldato e sua sorella. Non una ragazza qualsiasi, ma la fotografa che è stata scelta anche per l'immagine che è diventata la carta d'identità del primo libro dell'autore, La solitudine dei numeri primi . E' stato proprio Giordano a volere questa foto, trovandola per caso quando nessuna illustrazione gli sembrava riuscire a rappresentare il suo romanzo. Anche i filmati girati durante il viaggio in Afghanistan hanno un significato speciale: dovevano essere i protagonisti del reportage che Giordano è andato a realizzare nel 2010 al seguito di un gruppo di militari italiani nel Gulistan. Accompagnati dalla voce dell'autore, i video raccontano la quotidianità dei soldati, la genesi de Il corpo umano e alcuni passaggi fondamentali del libro. Il risultato sono dei veri e proprio booktrailers, tra i più efficaci che mi sia capitato di vedere.
Mettere insieme tutti questi elementi rende Il corpo umano un "enhanced book", un libro accresciuto: non un reportage, né un'autobiografia, né un documentario, né solo un romanzo: probabilmente, l'evoluzione di tutti questi generi. Bisogna leggerla, questa storia.
Paolo Giordano, Il corpo umano. Mondadori, 2012, 309 p.