Francia, riforma del lavoro: nuova settimana di proteste - FOTO
Redazione Panorama
Trasporti pubblici e settore energetico sono i comparti che, secondo i sindacati, saranno i più interessati alla nuova ondata di scioperi prevista per questa settimana e fino a un tempo non ancora ben definito.
Le tensioni sono legate alla riforma del lavoro presentata dal governo, la cosiddetta "Loi Travail", altrimenti detta legge El Khomri (dal nome del ministro del Lavoro), una sorta di Jobs act francese, che ha scatenato malcontento da più parti e che l'esecutivo non intende modificare in nessuno dei suoi punti. "Il processo parlamentare andrà fino alla fine, la legge sarà adottata" ha dichiarato il premier Valls.
La scorsa settimana era scattata l'emergenza carburante da quando il sindacato di sinistra, la Cgt, ha indetto uno sciopero che ha paralizzato 6 raffinerie su 8, per ottenere la revoca della nuova legge sul lavoro, da poco approvata dal governo Valls.
Con un quinto dei distributori di benzina a secco in tutta la Francia, file chilometriche negli altri ed il rischio che il blocco delle raffinerie e dei depositi prosegua, il governo ha autorizzato i petrolieri francesi dell'Ufip a usare le riserve strategiche del Paese in grado di garantire rifornimenti per 4 mesi. La situazione è tesa e la penuria di carburante, dopo Nantes, Rennes e Le Havre, si avverte anche a Parigi.
Mentre la polizia è intervenuta con gli idranti, ma senza scontrarsi con gli scioperanti - come è avvenuto invece ieri a Marsiglia - per sbloccare l'accesso ad uno dei più importanti depositi, quello di Douchy-les-Mines vicino alla frontiera belga, bloccato da giovedì scorso.
Guerriglia urbana
Da settimane, si registrano tafferugli, scontri - a tratti divenuti vera e propria guerriglia - e arresti. Nel centro di Parigi la polizia ha lanciato gas lacrimogeni e ha fermato almeno 49 dimostranti in una giornata di guerriglia durante una nuova manifestazione di protesta organizzata da sindacati e studenti e dai militanti del movimento "Nuit debout".
Giovani mascherati si sono confusi tra i manifestanti per creare disordine, lanciando sampietrini, sassi e bottiglie contro la polizia, che a sua volta ha lanciato lacrimogeni verso il corteo. In piazza a Parigi c'erano 12.000 persone secondo la polizia, 55.000 per i sindacati. Sessantottomila le persone partecipanti in tutta la Francia e 87 i fermati. Scontri tra polizia e manifestanti e strade bloccate anche a Nantes e Rennes.
I poliziotti sono scesi in piazza, in risposta a quello che definiscono un "clima di odio antisbirro" e di stigmatizzazione nei loro confronti. Sono almeno 350 gli agenti feriti nel corso di queste settimane di scontri. Uno di loro ha perso l'uso di un occhio.
Il Governo non cede sulla riforma
"Non cederò - ha detto ieri mattina Hollande - troppi governi hanno ceduto ed è la causa delle condizioni in cui ho trovato il Paese nel 2012".
La riforma della ministra Myriam El Khomri - che garantisce più flessibilità nel codice del lavoro introducendo il principio delle contrattazioni d'impresa che prevalgono su quelle collettive - è stata "discussa, concertata, corretta, emendata: i sindacati riformisti appoggiano il testo e la maggioranza dei socialisti lo vota", ha detto il presidente. La legge ha già ricevuto l'approvazione dell'Assemblea nazionale grazie alla scorciatoia della "fiducia" al Governo prevista dall'articolo 49/3 della Costituzione, evitando quindi migliaia di emendamenti delle opposizioni.
Sulle manifestazioni violente Sui "casseur", in particolare, nessun cedimento di Hollande: con loro "è ora di finirla, quello che fanno non potrà restare senza risposta. Manifestare è un diritto, distruggere è un reato". Manuel Valls, a Rennes, ha fatto eco alle parole del presidente: "Di fronte a individui incappucciati, con i caschi, dei vili, ai quali non sempre si può dare un nome o un'appartenenza politica, ogni parola, ogni atto deve trovare una risposta chiara, netta, della Repubblica, dell'azione della polizia e della giustizia", ha detto il primo ministro.