Luci e ombre alla Paris Fashion Week

La delicatezza di un fiore, come di un foglio di carta mosso dal vento. Per la collezione Primavera Estate 2025, Issey Miyake porta in passerella la grazia e la leggerezza di un brand sicuro della propria visione estetica, che non vede il bisogno di giocare con le tendenze.

Satoshi Kondo e il suo team di designer guardano così alla carta, dalle sue origini naturali al suo significato culturale e artigianale in Giappone e ne distillano l’essenza. «Il foglio di washi porta con sé una storia» scrive il creativo in un messaggio lasciato su ogni seduta.

Esplorando il processo di realizzazione della carta e il suo impiego in diverse forme artistiche, i primi look in scena si ispirano all’acqua grazie all’utilizzo di un tessuto bianco e scintillante, raccolto da una struttura interna per creare la sensazione di un flusso continuo che avvolge il corpo e, in modo teatrale, anche il viso. Altri look si caratterizzano per increspature, avvolgimenti, torsioni e piegature, mentre le applicazioni tridimensionali del plissé si ispirano agli origami, creando un effetto scultoreo di leggerezza e spazio attraverso strati trasparenti piegati.

Issey Miyake(Getty Images)

Sono ritagli, frammenti, avanzi di tessuto a offrire l’ispirazione per la nuova collezione firmata da Yohji Yamamoto. Un racconto che parla di rinascita — raccontata anche dai rari capi colorati che si fanno strada in un mare di nero — che si declina attraverso pizzi, tartan e pelle per raccontare una nuova idea di sartorialità.

In netto contrasto con la luminosa presentazione di Issey Miyake, Yamamoto accompagna la sua sfilata con variazioni classiche eseguite al piano prima e, per finire, con una sua interpretazione di You Want It Darker di Leonard Cohen, un brano con cui il cantante, a pochi giorni dalla sua morte, riflette sulla mortalità, la fede, il rimpianto e la redenzione.

Le acconciature voluminose e il trucco marcato rimandano a quella teatralità portata in scena da John Galliano per l’haute couture di Margiela. Un racconto di una Parigi nascosta, che trova nella notte la sua ragione d’essere, e che nelle ore più buie trova l’apice del suo splendore.

Yohji Yamamoto(Getty Images)

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