Economia
August 14 2021
Oltre che per lo straordinario bottino portato a casa dagli atleti italiani, i Giochi Olimpici di Tokyo passeranno alla storia anche per un'altra medaglia d'oro: quella dell'edizione più costosa che si ricordi.
Il budget ufficiale di spesa, diffuso a dicembre 2020, parlava di un esborso totale di 15,4 miliardi di dollari, pagati dallo Stato giapponese a esclusione di 6,7 miliardi: il contributo del Comitato olimpico internazionale è stato pari a 1,3 miliardi di dollari. La stima è pari a più del doppio dei 7,3 miliardi preventivati dal comitato organizzatore nel 2013, nel momento in cui Tokyo si era aggiudicata l'edizione 2020. Secondo i calcoli di Trend-online, la spesa da allora non ha fatto che lievitare, fino ad arrivare a 12,6 miliardi a dicembre 2019 e ai 15,4 dell'ultima stima. Ma altri studi parlano di cifre ancora maggiori: il National Audit Board del Giappone è arrivato a calcolare un esborso complessivo di 22 miliardi, mentre altre ricerche hanno parlato di cifre ancora più elevate, che sfiorano i 30 miliardi di dollari.
Numeri stratosferici, sui quali pesa anche il rinvio di un anno dovuto al covid, costato 2,8 miliardi per la rinegoziazione dei contratti con gli sponsor: a questi bisogna aggiungere un altro miliardo per l'applicazione dei protocolli covid e 800 milioni di mancati incassi da biglietti per la decisione di disputare i Giochi senza pubblico. Tuttavia, l'organizzazione di un'Olimpiade è sempre stata un bagno di sangue per i Paesi ospitanti: la medaglia d'argento in questa speciale classifica spetta all'edizione di Sochi 2014, per la quale sono stati spesi all'incirca 21,9 miliardi di dollari, mentre il bronzo se lo aggiudica Londra 2012, con una spesa di 15 miliardi, superiore del 76% al budget stanziato.
Nessuna sorpresa: uno studio dell'università di Oxford ha rivelato che tutte le edizioni dei Giochi olimpici dal 1960 in poi hanno sforato il budget in media del 172%. Nel caso di Tokyo l'extra spesa è compresa tra il 111% e il 244%, a seconda delle stime. "Il comitato olimpico internazionale e le città ospitanti non hanno alcun interesse a tracciare i costi, perché così si rivelano gli sprechi, che sono sempre fonte di imbarazzo per il Cio e per gli organizzatori", ha spiegato all'Associated Press il ricercatore di Oxford Bent Flyvberg.
Quindi perché Tokyo – come tutte le altre città del mondo che hanno ospitato i Giochi – ha voluto le Olimpiadi? Secondo l'economista sportivo tedesco Wolfgang Maennig l'impatto economico in positivo dei Giochi è relativo: è un po' come quando si organizza una mega festa per gli amici, senza badare a spese e sperando che gli ospiti vadano via felici e conservino un buon ricordo del padrone di casa. "Dopo trent'anni di ricerche, gli economisti concordano sul fatto che le Olimpiadi non generino alcun significativo effetto positivo sul Pil nazionale, sull'occupazione, sul gettito fiscale, sul turismo", ha spiegato Maennig all'Ap. I benefici sono altri, come la possibilità per gli atleti di casa di vincere più medaglie e di usufruire di nuovi centri sportivi, in un contesto che prevede grandi interventi di riqualificazione urbana. Anche a Tokyo, infatti, gli atleti giapponesi hanno conquistato il maggior numero di ori e medaglie della storia.
I vantaggi maggiori, però, vanno ai costruttori: a Tokyo sono stati realizzati otto nuovi impianti, tra cui i il National Stadium – costato 1,43 miliardi di dollari – e il nuovo centro per gli sport acquatici, che ha richiesto una spesa di 520 milioni. Una tendenza che sembra pronta a invertirsi: le due città che ospiteranno le prossime edizioni dei Giochi – Parigi nel 2024 e Los Angeles nel 2028 – hanno già fatto sapere di voler tagliare drasticamente la spesa per nuove costruzioni e ristrutturazioni. In mezzo ci sono i Giochi invernali del 2026, che si disputeranno tra Milano e Cortina: il budget complessivo approvato è di 1,6 miliardi di euro, ma è lecito chiedersi se – e come – verrà rispettato.