Economia
December 20 2023
L’accordo sul Patto di stabilità c’è. Dopo che l’ultimo Ecofin di dicembre si era concluso con un nulla di fatto sulla questione Patto di stabilità, oggi i ministri delle finanze europei sono riusciti a trovare un punto di incontro tra il blocco dei paesi frugali e quelli del Sud che viaggiavano su necessità diametralmente opposte in termini di flessibilità. Il testo finale che è stato presentato tiene però conto di diverse preoccupazioni espresse in particolar modo dall’Italia e dalla Francia. Parliamo di due aspetti in particolare. Da una parte della necessità di dover tener conto degli sforzi compiuti dai paesi nell’attuazione del Pnrr, focalizzato su investimenti, soprattutto, nella transizione energetica e nelle riforme. E dall'altra la richiesta di considerare, per i paesi sotto procedura per deficit, l'aumento del peso della spesa per interessi, vista la corsa dei tassi degli ultimi anni, per evitare di dover tagliare investimenti che vanno fatti per crescere ed evolversi. Temi che il nuovo Patto di stabilità ha incorporato, come spiega Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia, al termine dell’Ecofin: “Consideriamo positivo il ricevimento delle nostre richieste iniziali di estensione automatica del piano connesso agli investimenti del Pnrr, l'aver considerato un fattore rilevante la difesa, lo scomputo della spesa per interessi dal deficit strutturale fino al 2027".
Il testo dell'accordo, oltre alle novità ha conservato gli elementi fondamentali: il passaggio a una pianificazione fiscale più a medio termine, una maggiore titolarità degli stati membri sui piani fiscali all'interno di un quadro comune, la possibilità di cercare un aggiustamento fiscale più graduale per riflettere gli impegni in materia di investimenti e le riforme. “Questo percorso non è ancora concluso. A gennaio dovremo passare alla fase successiva, quella dei negoziati tra il Consiglio dell'Ue, il Parlamento europeo e la Commissione. Sono fiducioso che lo stesso spirito di compromesso costruttivo che ci ha portato all'esito positivo di oggi ci condurrà a una conclusione positiva delle fasi finali di questo processo, e all'entrata in vigore di questa riforma cruciale nella primavera del 2024". Lo afferma con una nota Paolo Gentiloni, commissario per l'Economia dell’Ue.
Quando un paese si trova sotto procedura per deficit eccessivo perché sopra il 3% del Pil, la procedura non cambierà rispetto a prima: la Commissione Ue avvierà la procedura con una sorveglianza più approfondita ogni sei mesi. Il Paese in questione dovrà di conseguenza aggiustare il deficit nella misura dello 0,5% del pilastro in termini strutturali come “benchmark” (parametro di riferimento). L'accordo prevede però che il ritmo della correzione tenga conto dell'aumento della spesa per interessi al fine di non bloccare gli investimenti più urgenti. È previsto anche “un trattamento speciale” per le riforme e gli investimenti dei Next Generation Recovery Plan, nonché per il cofinanziamento nazionale di altri fondi europei.
Sono previste poi salvaguardie per garantire la riduzione del debito e lo spazio di bilancio. In particolare si prevedono soglie di riferimento per tutti i paesi al fine di garantire un'effettiva riduzione media annua del rapporto di 1 punto percentuale per i paesi con debito superiore al 90% e dello 0,5% per quelli tra il 60% e il 90% del Pil. I Paesi con un rapporto debito-Pil superiore al 90% dovranno far scendere il livello del disavanzo all'1,5%. Per farlo servirà un aggiustamento strutturale annuo dello 0,4% per quattro anni o dello 0,25% in sette anni, calcolato al netto degli interessi sul debito con l'impegno del Paese a fare investimenti e riforme.
Le norme contemplano un regime transitorio tra il 2025 e il 2027. In questo arco temporale, nello stabilire il percorso di risanamento dei conti la Commissione terrà conto degli oneri degli interessi sul debito sempre con l'obiettivo di lasciare ai Paesi spazio per gli investimenti.
Sempre in tema di provvedimento europei domani mattina alle 8.30 si riuniranno i capigruppo di maggioranza per capire come procedere sulla ratifica, del Mes, dopo aver preso atto dell'ok dell'Ecofin alla riforma del Patto di stabilità.