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June 14 2017
La scrittrice britannica Paula Hawkins è tornata in libreria con un nuovo romanzo intitolato Dentro l'acqua, edito da Piemme. Si tratta di un thriller dai toni oscuri, raccontato in modo corale attraverso i punti di vista dei vari personaggi, con una formula capace di immergere il lettore in un'atmosfera incerta e ricca di suspense. A nostro avviso sembra avere buone possibilità di ripetere il successo del precedente romanzo della Hawkins, La ragazza del treno (2015 - Piemme), thriller best seller da cui è stato tratto l'omonimo film di Tate Taylor con Emily Blunt nel ruolo di protagonista. Libro che, tra l'altro, è entrato nella lista delle letture estive dell'ex presidente americano Barack Obama.
Per scoprire di più su Dentro l'acqua rimandiamo alle stesse parole della sua autrice. Ecco l'intervista a Paula Hawkins.
Dentro l'acqua è un thriller psicologico che ruota intorno al difficile rapporto tra due sorelle, Nel e Jules. Quando Nel muore inaspettatamente, Jules si ritrova a interrogarsi non solo su quello che è successo alla sorella maggiore, ma anche su quello che è successo tra loro, perché sono diventate due estranee l’una per l’altra. È un libro pieno di misteri ed è anche un romanzo sulla ricerca di risposte, di un senso.
Entrambi sono thriller psicologici, entrambi hanno innanzitutto le donne come protagoniste della storia, le relazioni fra di esse e con la società che le circonda. L’inaffidabilità della memoria gioca un ruolo in entrambi i romanzi, anche se in Dentro l'acqua questo tema torna in un modo diverso e molto più centrale. La storia è, di nuovo, narrata da molteplici punti di vista, ma questa volta le prospettive dei personaggi sono molte di più e ci sono sei differenti narratori in prima persona. Necessariamente sono inaffidabili: ogni racconto in prima persona lo è. Tutti mentono, esagerano, occultano qualcosa in misura minore o maggiore.
Noi tendiamo a fidarci dei nostri ricordi – come potremmo non farlo? I ricordi danno un senso alla realtà in cui viviamo, danno forma a ciò che siamo e a come ci relazioniamo con gli altri. Eppure sono inaffidabili. Tutti noi ricordiamo in modo sbagliato alcuni fatti, spesso quelli dell’infanzia, o altri accaduti dopo. Tutti ci troviamo a modificare le nostre storie quando le raccontiamo. In molti casi questi fatti “trasformati” dai ricordi sono cose di poco conto. Ma mi sono chiesta: cosa accadrebbe se qualcuno di noi ricordasse in modo distorto un fatto cruciale, qualcosa di fondamentale per la propria identità, per la propria vita? Cosa accadrebbe se scoprisse che quel ricordo che credeva solido è in realtà costruito su sabbie mobili?
Mi piace lo sguardo che il cambio di prospettiva può dare al lettore: il fatto che un evento, visto dagli occhi di diversi personaggi, cambi la nostra interpretazione, dandoci un quadro completo dei fatti, oppure facendoci sorgere dei dubbi, non solo sui fatti stessi, ma sulle motivazioni dei personaggi che raccontano la storia. Il racconto in prima persona mi piace, ma ha dei limiti; molteplici punti di vista, in prima persona, consentono invece al lettore di immergersi nella psicologia dei personaggi e di capire più profondamente le loro motivazioni e le loro debolezze.
Le storie che ci raccontiamo su noi stessi e sulle nostre famiglie sono l’impronta definitiva di quello che diventiamo. Mi affascina il fatto che in una stessa famiglia persone diverse possano dare versioni così differenti sulla loro vita nella stessa casa, con la stessa gente. In questo romanzo ho voluto esplorare il modo in cui i bambini guardano le relazioni tra gli adulti, le loro azioni e decisioni, e come la loro interpretazione di queste si collochi dentro una griglia che ha senso per loro: talvolta interpretano con grande intuito, talvolta con fraintendimenti che possono essere comici come anche disastrosi.
Beckford non esiste. È una cittadina inventata, collocata in un luogo geografico reale. Volevo parlare di una comunità piccola e di come sia la vita delle persone in un luogo così: può crearsi un forte senso di solidarietà, di vicinato, ma può essere anche un po’ soffocante vivere in un posto dove tutti si conoscono. Mi sono chiesta se ciò possa incoraggiare un certo modo di tener segrete le proprie cose, e se possa portare le persone – soprattutto i giovani – a cercare un modo di ribellarsi per uscire dal ruolo che è stato loro assegnato.
Penso che le persone siano capaci di fare cose incredibili, nel bene e nel male, data una situazione positiva o negativa. In momenti di forte pressione potremmo comportarci in modi per noi inconcepibili nella nostra normale vita di tutti i giorni.
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Dentro l'acqua
di Paula Hawkins
(Piemme)
370 pagine