Il nuovo Pd della Schlein dice No al termovalorizzatore di Roma, contro Gualtieri, contro se stesso

Sono talmente rari i successi elettorali del Pd che li ricordiamo benissimo. Uno di questi, uno dei principali, è stato quello per l'elezione del sindaco di Roma; poltrona di primissimo piano dato che al Nazareno hanno deciso di candidare un big del partito, l'ex ministro dell'economia Roberto Gualtieri. Che, dal suo ufficio del Campidoglio, ha un unico, grande obiettivo del proprio mandato: il termovalorizzatore. La struttura con cui risolvere una volta per tutte il cronico problema della raccolta e smaltimento dei rifiuti nella capitale.

Una battaglia sulla quale il primo cittadino ed il suo partito non sono mai stati disposti a scendere a patti al punto da farci crollare il governo Draghi (ricordate la battaglia con il Movimento 5 Stelle, ferreo sostenitore del No...). Questo fino a ieri.

Perché Sandro Ruotolo, uno dei freschi nominati dal neo segretario alla direzione del Partito Democratico ha dichiarato di essere contrario al termovalorizzatore e che la decisione definitiva spetta ai cittadini della capitale tramite apposito referendum.

Dichiarazione e posizione che mettono in seria difficoltà il primo cittadino che però, settimane fa interpellato sull'eventuale contrarietà della nuova direzione al progetto, ha candidamente risposto: «Vado avanti lo stesso», anche perché il comune di Roma ha già acquistato per 7,5 mln di euro il terreno per costruirlo.

Al Nazareno quindi hanno un problema, anzi, ne hanno uno n più.

Ci sono decisioni, gesti, atti concreti, che delineano il perimetro di un partito, soprattutto quando cambia. E la questione del termovalorizzatore di Roma è uno dei pilastri, lo è da sempre.

Passare dal Si al No, da favorevoli a contrari, non è cosa da poco. Aggiungiamo che la motivazione di Ruotolo è quantomeno bizzarra: «Penalizzerebbe la raccolta differenziata...» ha spiegato. Peccato che nella rossa Emilia Romagna dove termo e inceneritori esistono e funzionano da anni la differenziata abbia numeri record... Comunque sia, il cambio di direzione politica è evidente, e di certo non sorprende.Era chiaro fin dall'inizio che il Pd di Elly Schlein abbia virato a sinistra, in tutto e per tutto, pronta a strizzare l'occhiolino ai grillini, pronta a cambiare idea sui rifiuti e forse, più avanti, anche sull'Ucraina (???).

Resta solo da capire cosa dirà il neo segretario, in questi giorni in vacanza per ricaricarsi dallo stress di questi ultimi mesi, al sindaco di Milano. E non è una questione di correnti (quelle esistono ed esisteranno sempre); è questione di credibilità nazionale ed internazionale; problemi che, a sentire il Nazareno, dovevano essere esclusiva della destra ma che in realtà vivono e prolificano a sinistra.

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