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September 30 2015
Pecore in erba è un film nato per rispondere a una domanda: esiste ai giorni nostri una nuova chiave per parlare di antisemitismo in modo da coinvolgere e sensibilizzare su un tema tanto controverso, così antico e allo stesso tempo costantemente presente nella cultura moderna? Alberto Caviglia, trentunenne romano alla sua opera prima, ha trovato la sua chiave di lettura nella satira.
Presentato alla Mostra del cinema di Venezia sotto la sezione Orizzonti, Pecore in erba arriva in sala il 1° ottobre con Bolero Film. Eccone un estratto video in esclusiva:
Pecore in erba è ambietanto in una Roma immaginaria dove l'antisemitismo è cosa comune. Siamo nel luglio 2006. Leonardo Zuliani (interpretato da Davide Giordano) è scomparso. Anche lui ovviamente è antisemita.
Da Trastevere la clamorosa notizia diventa vera e propria emergenza nazionale mentre un innumerevole gruppo di seguaci si accalca davanti alla casa del giovane attivista. La mamma (Anna Ferruzzo) è disperata, il quartiere paralizzato. Alla televisione ogni canale parla di lui, tutte le autorità esprimono la loro solidarietà alla famiglia. Molti non vogliono crederci, forse sperano sia un'altra delle sue trovate.
Genio della comunicazione, fumettista di successo, stilista visionario, scrittore di grido, attivista dei diritti civili: ma chi è veramente Leonardo?
Nel cast anche Massimiliano Gallo, Carolina Crescentini, Vinicio Marchioni, Francesco Pannofino. Nei panni di loro stessi compaiono tanti volti noti, intellettuali, artisti, attori, conduttori: Francesco Arca, Corrado Augias, Tinto Brass, Gianni Canova, Claudio Cerasa, Ferruccio De Bortoli, Giancarlo De Cataldo, Elio, Fabio Fazio, Carlo Freccero, Gipi, Linus, Giancarlo Magalli, Enrico Mentana, Giulia Michelini, Vittorio Sgarbi, Kasia Smutniak, Mara Venier.
"Questo film vuole divertire, con un racconto che si fonda su un gioco: il gioco di parole, il gioco d’invenzione, il gioco con la Storia e la cultura popolare. È un divertissement che racconta un ragazzo in crescita e che fa riferimento a territori molto legati allo humor ebraico, come la psicanalisi", ha detto Caviglia. "Ho trovato lo spunto per dar vita a questa storia quando ho provato a immaginare un protagonista antisemita, che per una paradossale situazione non riuscisse mai veramente ad esprimersi ed affermarsi, nonostante la società in cui viva (una Roma distopica dei giorni nostri) fosse molto antisemita e in cui questo fenomeno non fosse mai realmente condannato".