Economia
November 28 2014
In pensione prima dei 62 anni, senza penalizzazioni, purché i requisiti vengano raggiunti entro il 2017. E' l'effetto di un emendamento alla Legge di Stabilità, che ha ottenuto il via libera della Commissione Bilancio della Camera e che deve ora passare al vaglio dell'aula di Montecitorio. Si tratta di una modifica alla riforma previdenziale del 2011, ideata dall'ex-ministro del welfare, Elsa Fornero. Va tuttavia sottolineato che, per mettersi a riposo prima dei 62 anni, bisogna aver superato comunque una determinata soglia di anzianità di carriera: 41 anni e mezzo per le donne e 42 anni e mezzo per gli uomini.
Pensioni d'oro, di quanto verranno tagliate e a chi
Ma ecco, più nel dettaglio, cosa prevede l'emendamento, appoggiato dalla maggioranza che sostiene il governo Renzi e voluto dalla deputata del Partito Democratico, Maria Luisa Gnecchi. Innanzitutto, occorre ricordare che la riforma Fornero del 2011 ha eliminato le vecchie pensioni di anzianità, cioè quelle che si ottenevano dopo aver accumulato una determinata quantità di contributi (per esempio i 40 anni di carriera) o dopo aver raggiunto la cosiddetta quota 96 (per esempio i 35 anni di contributi versati e i 61 anni di età). In loro sostituzione, sono state istituite le pensioni anticipate che si possono ottenere una volta raggiunti i 42 anni e mezzo di contributi (nel caso degli uomini) e i 41 anni e mezzo di carriera (per le donne), indipendentemente dall'età.
Pensioni, cosa cambia nel 2015
La legge Fornero ha tuttavia previsto delle penalizzazioni per chi chiede la pensione anticipata prima di aver raggiunto una determinata soglia anagrafica. In particolare, l'assegno pensionistico lordo si riduce dell'1% per ogni anno che precede il compimento dei 62 anni. La penalizzazione sale addirittura al 2%, per ogni anno che precede invece i 60 anni all'anagrafe. Esempio: se un lavoratore ha accumulato 42 anni e mezzo di carriera ma ha “appena” 58 anni di età, può attualmente mettersi a riposo ma subisce un taglio dell'assegno di ben il 6%. Su una pensione lorda maturata di 1.500 euro al mese (circa 1.200 euro netti) questo sistema comporta in linea di massima una decurtazione di 90 euro mensili lordi (e di 60 euro netti).
Ora, se l'emendamento alla Legge di Stabilità arriverà in porto senza intoppi, queste penalizzazioni scompariranno fino al 2017 e chiunque potrà avere la pensione piena, una volta raggiunti i 42 anni e mezzo di contribuzione (41 anni e sei mesi per le donne). Si tratta ovviamente di una misura che avvantaggia chi ha iniziato a lavorare molto presto, cioè attorno ai 18 anni o anche prima, senza aver subito periodi prolungati di disoccupazione. Il costo per le casse dello stato di tale provvedimento, secondo le stime più accreditate, è abbastanza contenuto: 5 milioni di euro nel 2015 e 15 milioni nel 2016. Rovistando tra le maglie della Legge di Stabilità, le coperture non sembrano difficili da trovare.