ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO
Economia

Pensioni, come le vorrebbero i sindacati

I leader di Cgil, Cisl e Uil sanno che adesso è il momento più propizio. Se  vogliono cambiare la Legge Fornero, l'ultima riforma previdenziale che è stata approvata nel 2011 dal governo Monti e  che ha alzato di colpo l'età pensionabile, i sindacati devono agire proprio ora, dopo le elezioni politiche del 4 marzo che hanno avuto due vincitori indiscussi: la Lega di Matteo Salvini e il Movimento 5 Stelle di Luigi Di Maio, che in campagna elettorale hanno promesso più volte di rottamare la riforma Fornero.

Di conseguenza, chiunque andrà al governo o all'opposizione, nel Parlamento appena creatosi con il responso delle urne c'è una larga maggioranza di deputati e senatori che vuole rendere un po' meno severe le attuali regole pensionistiche. Pure i sindacati, tuttavia, sanno bene una cosa: cancellare
la Legge Fornero con un colpo di spugna costa una montagna di soldi.  Lo ha ammesso pure Carmelo Barbagallo, leader della Uil che già prima delle elezioni ha sottolineato come una rottamazione completa dell’ultima riforma previdenziale costi almeno 70 miliardi di di euro. Dunque, ha dichiarato Barbagallo, “chi dice di volerla eliminare senza specificare come, fa solo promesse da marinaio”.

Fare a pezzi la Riforma

Ciò non significa, ovviamente, che il  segretario della Uil abbia intenzione di lasciare le cose così come stanno. Il suo obiettivo, così come quello di Annamaria Furlan e di Sunanna Camusso, leader della Cisl e della Cgil, è comunque di smontare la Riforma Fonero  pezzo per pezzo, agendo sostanzialmente su due fronti. Prima, bisogna rendere più flessibile l'età pensionabile. Poi, occorre allentare   di un po' il meccanismo che oggi lega l'uscita dal lavoro alle aspettative di vita della popolazione.

Un piano per rottamare la legge Fornero scritto da Cgil, Cisl e Uil esiste già da qualche mese ed è contenuto una piattaforma unitaria che contiene varie richieste: l’abbassamento a 62 anni del pensionamento di vecchiaia, un rafforzamento della previdenza per le giovani generazioni, la piena indicizzazione dell’importo degli assegni al costo della vita, la separazione nel bilancio dell’Inps tra prestazioni pensionistiche e prestazioni assistenziali.

Infine, last but non least, i sindacati chiedono che vengano rivisti i criteri attuali di calcolo dell’età pensionabile, che ogni due anni viene innalzata con un meccanismo automatico per seguire le aspettative di vita della popolazione (costantemente in crescita grazie ai progressi della medicina). Andando avanti di questo passo, hanno fatto notare le confederazioni sindacali, nel 2050 si potrà andare in pensione soltanto attorno a 70 anni. Per questo, secondo Cgil, Cisl e Uil è venuto il momento di smontare pezzo per pezzo la Riforma Fornero, sempre che nasca un nuovo governo disposto ad accontentare tali richieste.

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