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MASSIMO PERCOSSI/ANSA
Economia

Pensioni, le proposte dei partiti

Negli ultimi 20 anni sono state già riformate almeno 3 o 4 volte ma, anche in questa campagna elettorale del 2018, saranno di sicuro tra le protagoniste. Stiamo parlando delle pensioni, uno degli argomenti capaci di infiammare sempre la politica italiana. Ecco, di seguito, una panoramica sulle proposte dei partiti in tema di previdenza.


Partiti del Centrodestra


I partiti del centrodestra non fanno mistero di voler rottamare la Riforma Fornero, introdotta dal governo Monti nel 2012. Mentre la Lega ha una posizione più radicale, Forza Italia è più moderata nei toni e parla di cambiamenti dell’attuale sistema, conservando però qualche parte della Legge Fornero. Una sintesi di tutte le proposte dei diversi partiti potrebbe portare alla fissazione della soglia di pensionamento per chi ha almeno 41 anni di contributi e al ripristino del vecchio sistema delle quote. Con questo meccanismo è possibile congedarsi dal lavoro non appena la somma dei contributi e dell’età anagrafica del lavoratore supera una determinata soglia. Tra le proposte dello schieramento politico di centrodestra c’è anche l’innalzamento delle pensioni minime a mille euro mensili.


Partito Democratico

Da tempo la principale proposta del Pd sul fronte previdenziale è l’introduzione di una pensione di base per i giovani che parte da un minimo di almeno 650-700 euro circa mensili. L’obiettivo è salvare dalla povertà i giovani che hanno iniziato a lavorare dal 1996 in poi. In base alle regole stabilite dalla Riforma Dini del 1995, questa generazione di lavoratori non ha diritto a percepire il trattamento minimo e riceverà una pensione calcolata in base al metodo contributivo, cioè in proporzione ai contributi versati durante la carriera. Chi ha iniziato a lavorare in tarda età o ha avuto lunghi periodi di disoccupazione rischia dunque di ricevere una pensione da fame, per il fatto di aver versato pochi contributi. Di qui la proposta di creare un assegno di base per tutti, indipendentemente dalle dinamiche di carriera.


Movimento 5 Stelle 

Il Movimento 5 stelle, come il centrodestra, vuole rottamare la Riforma Fornero. La proposta è di fissare a 41 anni di carriera la soglia minima per ritirarsi dal lavoro, indipendentemente dall’età. Contemporaneamente, il Movimento 5 Stelle vuole tagliare lgli assegni Inps che oggi superano i 5mila euro mensili per finanziare, con un contributo di solidarietà,  una sorta di pensione di cittadinanza, cioè un trattamento di base  di almeno 780 euro al mese per garantire a tutti una vecchiaia dignitosa.


Liberi e Uguali

Anche il movimento guidato da Piero Grasso, come il Pd, vuole creare una pensione di base per le generazioni future. Nello stesso tempo, propone di ammorbidire la Riforma Fornero, fissando un’età pensionabile differenziata per quei lavoratori che hanno svolto mansioni gravose nel corso della carriera.

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