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January 02 2018
È stato tra i più famosi capi "pellerossa", il leggendario guerriero che ha partecipato alla Battaglia di Little Bighorn ad appena 12 anni, insieme al popolo Sioux guidato da Toro Seduto, contro l'esercito americano del generale Custer.
Ha assistito alla carneficina di Wounded Knee, dove lui stesso rimase ferito, ma è stato soprattutto colui che a 42 anni si è convertito al cattolicesimo.
Ora Alce Nero potrebbe diventare Santo, il primo tra i nativi americani, grazie alle migliaia di conversioni e battesimi che celebrò come catechista al fianco di sacerdoti, servendo Messa.
L'iter di canonizzazione è stato avviato dai vescovi statunitensi, riuniti nella recente conferenza di Baltimora. Se il processo di beatificazione si concluderà positivamente, come ci si attende, Black Elk diventerà Santo.
Heȟáka Sápa in lingua lakota, Black Elk in inglese (tradotto erroneamente come "Alce Nero", in realtà in americano sarebbe "Cervo Nero") era nato nel 1863 a Manderson-White Horse Creek, nello stato del South Dakota.
Apparteneva alla famiglia Lakota-Sioux dove era noto come grande esperto di medicina, sciamano ed eroico combattente. Faceva, dunque, parte della stessa etnia di leggendari nomi di nativi americani come Nuvola Rossa, Cavallo Pazzo o Toro Seduto, oggi ridotti ad una comunità di circa 1.700.000, che vivono nelle riserve del North Dakota e si battono contro l'oleodotto che passa nel loro territorio.
Dopo le primissime esperienze di guerra contro l'esercito americano, Alce Nero aveva ha attraversato l'Oceano Atlantico nel 1887, per sbarcare in Inghilterra al seguito del Wild West Show, lo spettacolo circense di Buffalo Bill, a sua volta invitato dalla Regina Vittoria per i festeggiamenti in occasione dei suoi primi 50 anni di regno.
Ma rimase fortemente deluso e amareggiato dall'esperienza, tanto da voler fare ritorno in America, dove partecipò al massacro di Miniconjou, un gruppo di Lakota Sioux guidati da Big Foot, Grande Piede, il capo indiano che voleva vendicare l'assassinio di Toro Seduto: furono sterminati in circa 300 dalle truppe statunitensi nei pressi del torrente Wounded Knee il 29 dicembre del 1890.
Alce Nero rimase ferito, ma riuscì a salvarsi dall'eccidio, ricordato poi in film come Hidalgo - Oceano di Fuoco e che ha ispirato cantanti come Luciano Ligabue, Fabrizio De André o i Red Hot Chili Peppers.
Solo due anni dopo quella terribile esperienza, si sposò per la prima volta e si convertì al cattolicesimo. Alce Nero diventò catechista e parlò così della sua fede: "Io credo nei sette sacramenti della Chiesa cattolica. Io stesso ne ho ricevuti sei: battesimo, comunione, confessione, cresima, matrimonio ed estrema unzione".
E ancora: "Per quasi vent'anni ho aiutato i sacerdoti servendo a Messa e sono stato diverse volte catechista. Posso dire perciò di conoscere la mia religione meglio di molti bianchi. Posso spiegare le ragioni per cui credo in Dio".
La conversione è avvenuta grazie all'incontro con i Gesuiti, che vivevano nella riserva insieme ai Lakota Sioux. L'opera di evangelizzazione da parte dei missionari, presenti fin dal 1887 nella Holy Rosary Mission, puntava sull'accettazione e integrazione tra gli usi e costumi degli indiani d'America, e il cattolicesimo.
I Gesuiti non costrinsero i pellerossa ad abbandonare le proprie credenze, ma al contrario permisero di mantenerle, a meno che non fossero in aperto contrasto con i principi del Cristianesimo.
Alce Nero morì da cristiano nel 1950 e venne seppellito nel cimitero cattolico della località in cui nacque. Il processo verso la beatificazione e la santificazione è iniziato formalmente il 21 ottobre del 2017, con una messa solenne in suo ricordo a Pine Ridge e l'apertura di un fascicolo da parte del vescovo statunitense Robert Dwayne Gruss.
Oltre ad essere conosciuto, amato e stimato dal suo popolo, Alce Nero e la sua storia suscitarono un primo interesse a partire dagli anni '30, quando gli scrittori John G. Neihardt e Giuseppe Epes Brown lo intervistarono, trascrivendo le memorie indiane tramandate fino ad allora in forma orale e pubblicate da Neihardt negli anni '60.
Diventarono così una delle principali fonti sulla storia dei nativi americani e dei loro scontri, battaglie e sconfitte con l'esercito americano, fino al confinamento nelle riserve.
I racconti riguardavano anche la vita personale del pellerossa convertito, compresa la leggendaria "grande visione" che il capo Sioux Lakota disse di aver avuto a 9 anni: si sarebbe trattato di un incontro mistico con lo Spirito guida dell'universo, durante il quale Alce Nero avrebbe anche visto il "grande albero" che rappresentava la vita dell'uomo in Terra e in generale quella dei popoli nativi.
Sulla veridicità della storia di Alce Nero non sono mancati dubbi. Ne ha parlato, ad esempio, anche Micheal F. Stelenkamp, antropologo e gesuita che nel 1993 ha pubblicato in italiano Alce Nero, missionario dei lakota.
Se la bisnipote Charlotte al New York Times ha confessato la propria laicità e ha messo in dubbio la reale e totale adesione dell'avo alla cultura "bianca", secondo Ross Enochs, docente di Scienze Religiose al Marist College di New York, Alce Nero visse la religione Lakota con una forte spiritualità fin da giovanissimo, sposandola poi con la fede cattolica in modo armonico.
Riuscì a ravvedere elementi in comune tra le due "credenze", come la convinzione che le preghiere dei vivi possano recare giovamento ai defunti. Anche i Lakota, poi, avrebbero seguito una sorta di rito di purificazione dell'anima, facendo delle offerte agli dei per ringraziarli del loro perdono dopo azioni negative, così come i cattolici chiedono l'assoluzione dai propri peccati.
Anche nelle credenze Lakota, infine, sarebbe esistita una figura paragonabile all'angelo custode che veglia e protegge gli esseri di buona volontà.
A segnare la netta differenza rispetto alle proprie origini, però, sarebbe stata la decisione di Alce Nero di abbracciare uno dei principali credo della religione cattolica, ovvero il perdono nei confronti del prossimo, anche se si tratta di un nemico: quel "Ama il prossimo tuo come te stesso" che non ammette sentimenti di vendetta, invece ben presenti nella cultura e tradizione dei popoli nativi americani.
Ora per Alce Nero sembra comunque spianata la strada verso la santificazione, curiosamente in un momento in cui la massima autorità cattolica è proprio rappresentata da un gesuita come Papa Francesco.