Economia
October 16 2018
L'interesse per il cibo vegano cresce, sopratutto nei Paesi più ricchi. Tra i primi ci sono gli Stati Uniti le cui vendite di alimenti "vegetali" - ovvero che non contengono carne, uova o latticini - a giugno 2018 sono aumentate del 20% (due volte e mezzo rispetto allo stesso periodo nel 2017). Questo secondo Nielsen, azienda globale che si occupa di ricerche di mercato.
Invece in Italia, ad abbracciare la dieta cruelty free, secondo il Rapporto 2018 di Eurispes, sarebbe meno di un italiano su 100 con un'impennata però dei vegetariani di circa il 6%.
Ma perché gran parte della popolazione mondiale decide ogni anno di non mangiare la carne? Per quattro motivi essenziali: perché ritiene che sia più sano, per salvaguardare l’ambiente, per evitare la sofferenza degli animali, perché i piatti a base vegetale sono buoni.
A questo proposito un paio di anni fa Eric Schmidt, amministratore delegato di Alphabet, azienda americana che fa capo al colosso del web – aveva parlato addirittura di “rivoluzione vegana” in atto, identificando i prodotti alimentari vegetali come una delle tecnologie che consentiranno in futuro di migliorare in modo significativo la società. Per Schmidt l’inversione di rotta, che sta portando sempre più investitori e aziende a rivolgere la propria attenzione al mercato “veg”, è in ascesa esponenziale. E tra i tanti c'è Beyond Meat, che con il sostegno (anche economico) di Bill Gates, produce alimenti vegetali in alternativa alla carne.
Un futuro sempre più vicino visto che il consumo di carne in tutto il mondo è cresciuto costantemente di quasi il 3% all'anno dal 1960. All'inizio degli anni '70, in Cina si mangiava mediamente 14 kg di carne all'anno pro capite. Ora se ne consumano 55 kg. Secondo l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO), il consumo di carne nelle nazioni più ricche è salito (solo) dello 0,7% all'anno dal 1991.
Nonostante questa crescita, i sondaggi sulla popolazione vegana (nei Paesi ricchi) evidenza valori piuttosto elevati, con un balzo del 10% in alcuni Paesi europei. Per esempio nel Regno Unito, sede della prima società vegana al mondo, è stato rilevato che l'1,05% delle persone non ha mai mangiato carne o prodotti animali. I motivi? Eccoli elencati qui sotto.
Interessante il dato sulle motivazioni. Guardando nel piatto di casa nostra, la maggior parte degli italiani, sempre secondo l’Eurispes, se ha deciso di eliminare carne e pesce lo fa perché convinto degli effetti positivi sulla salute (38,5%), mentre il 14,1% lo ha fatto per mangiare meno e più sano. Perché convinti della salubrità dei cibi vegetariani o vegani, gli uomini raggiungono il 41,4%, mentre questa motivazione spinge a “convertirsi” anche una buona fetta delle donne, ovvero 36,7% per paura che la carne rossa possa compromettere la salute delle arterie portando a infarto o cancro del colon. Nel 2016 uno studio di Marco Springmann eseguito in collaborazione con l'Università di Oxford ha rilevato che, a livello globale, una transizione verso diete vegane ben bilanciate potrebbe portare a 8,1 milioni di decessi in meno all'anno. Tutto qui? No. Il vegetarismo universale eviterebbe la morte di 7,3 milioni.
Il 3,8% degli italiani mangia vegano o vegetariano per salvaguardare l’ambiente, ritenendo che eliminare i prodotti di origine animale possa avere un impatto positivo sul pianeta. La FAO calcola che i bovini generano fino a due terzi dei gas serra. Un dato molto preoccupante.
Per amore e rispetto nei confronti degli animali diventa vegetariano/vegano un italiano su cinque (20,5%). Di questi, però, le donne (ovvero 22,4% contro il 17,2% dei maschi) mostrano più sensibilità nei confronti degli animali rispetto agli uomini.
Per i foodie onnivori e per i palati vegetariani più fini che vogliono esplorare il top delle frontiere gastronomiche citiamo uno dei migliori ristoranti vegetariani. Il Joia di Milano è l’unico vegetariano che può vantare la stella Michelin nel panorama della ristorazione nostrana. Qui, lo chef Pietro Leeman, pioniere dell'alta cucina cruelty free, è stato il primo a credere in uno stile di vita in cui "il benessere fisico è la prima ragione per scegliere questa dieta". E così, dalla sua cucina escono piatti sopraffini a base di verdure come il Risotto con zucca e funghi porcini, zeste di limoni verdelli canditi, burro di semi di girasole e tartufo, nota di alloro e ginepro (che sul menu risponde a “L’ombelico del mondo”) o “l’Umami”, ovvero Radici e gemme autunnali, cotte a bassa temperatura perché diventino ancor più dolci, tempeh di piselli e semi di zucca ben arrostito, salsa finanziera di vino rosso e Madeira. Da provare almeno una volta nella vita, anche se si è carnivori convinti.