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November 12 2019
Oggi, per fortuna, non veniamo da quattro anni di guerra di frontiera e tre di guerra civile. Ma veniamo da dieci anni di crisi globale e da più di venti di crisi italiana: non cresciamo da metà degli anni Novanta e, quel che è peggio, non abbiamo prospettive apprezzabili di crescita nell’immediato futuro. Salvini ha aperto la crisidel governo gialloverde illudendosi di votare. Avrebbe fatto una manovra economica in forte deficit per abbassare le imposte e finanziare investimenti. È nato, invece,un governo giallorosso, mai decollato e sbatacchiato ancor di più dopoil voto umbro.
Il secondo governo Conte è stato concepito con l’obiettivo dichiarato di non consegnare l’Italia a Salvini. Quasi nessuno dei leader della sinistra lo considera fascista, ma tutti temono dai sovranisti - per dirla con il segretario del Pd Zingaretti - «una rapida involuzione autoritaria, illiberale, persecutoria». Siamo davvero a questo?
Certo, la compagnia che la Lega si è scelta in Europa non è, a nostro avviso, la migliore possibile. E Salvini farà bene a cambiarla. Ma la democrazia può vivere di paure? Nel mio libro cerco di spiegare l’incredibile facilità con cui l’Italia si consegnò al fascismo. Oggi abbiamo anticorpi sufficienti perché il fascismo non torni. Non può tornare. Ma in democrazia il popolo ha il diritto di veder trasformare il suo voto in scelte efficienti e, soprattutto, ha il diritto di assicurare ai propri figli un futuro migliore. Questo diritto, purtroppo, non c’è più. In tutto il mondo libertà è sinonimo di progresso. Vogliamo fare eccezione?