Economia
October 09 2017
Il neologismo del momento nel dibattito economico è sheconomy, che nasce dalla fusione di she (il pronome personale femminile inglese) ed economy e si riferisce al potenziale contributo delle donne alla crescita economica.
Nonostante la forbice tra i redditi delle donne e degli uomini sia ancora lontana dal chiudersi, il potenziale economico della componente femminile della popolazione è enorme e potrebbe essere la fonte di una nuova fase di ripresa accelerata.
Da un lato, secondo i dati forniti dal Sydney Morning Herald, le donne controllano tra il 70 e l'80% delle decisioni di spesa per consumi; dall'altro, il loro reddito è sicuramente destinato a salire.
Le stime della società di analisi finanziaria EY (fino a poco tempo fa nota come Ernst & Young) parlano di una crescita da 13 a 18 trilioni di dollari americani entro la fine dell'anno prossimo. I cinque trilioni di differenza equivalgono alla crescita combinata di Cina e India nello stesso periodo di tempo: una somma enorme, che potrebbe riorientare l'economia mondiale.
Il primo effetto dovrebbe sentirsi proprio nel consumo al dettaglio e le multinazionali che commercializzano prodotti tradizionalmente più appetiti dal genere femminile stanno intensificando le proprie campagne pubblicitarie mirate.
Da sempre i pubblicitari danno molta importanza ai servizi rivolti alle donne, ma ora stiamo assistendo a un salto di qualità, grazie all'impiego delle nuove tecnologie e alle sofisticate risorse che mettono a disposizione dei maestri della persuasione.
Sarebbe semplicistico, però, ridurre tutto alle ricadute sulle strategie di marketing. EY prevede che entro il 2028 le donne saranno detentrici dell'80% del potere di spesa e guideranno un terzo delle imprese del pianeta.
Il lungo processo per la parità avrà dunque un nuovo, efficace motore: quello degli interessi economici. Più il fenomeno si svilupperà, più converrà a tutti che alle donne sia garantito un ruolo paritario nelle società tanto dei Paesi sviluppati quanto di quelli in via di sviluppo.
Più uguaglianza, infatti, equivarrà a più benessere per tutti. I numeri parlano infatti chiaro: secondo i medesimi analisti, l'ascesa delle donne potrebbe significare un aumento della ricchezza globale pari all'11% in otto anni.
Perciò, ogni iniziativa che vada incontro alla duplice esigenza di attirare verso il mondo del lavoro attivo sempre più donne o di riconoscere il valore del lavoro domestico avrà ricadute importantissime.