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April 30 2018
Il Nobel per la Letteratura 2018 non verrà assegnato. E' di sicuro questa la più grande vittoria del movimeto Me Too. Da quando, nell'ottobre del 2017, sull'onda dello scandalo Weinstein, le donne di tutto il mondo si sono unite dietro l'iconico vessillo di #MeToo il coperchio dal vaso di Pandora del rapporto tra sesso e potere è stato levato. Da quel vaso è uscito (e sta uscendo) di tutto tanto che persino l'Accademia di Svezia è stata coinvolta dallo scandalo trovandosi nelle condizioni di non essere in grado di assegnare il riconoscimento culturale più importante dell'anno.
La pratica della molestia sul posto di lavoro appare essere un male trasversale alle latitudini, al ceti sociali e ai tipi di professione.
Se Hollywood rappresenta la punta dell'iceberg, sotto la linea del mare si è scoperto che vengono molestate le donne tanto nelle ONG quanto nel mondo dei cartoni animati, nelle fabbriche e nelle piccole aziende come nella Silycon Valley e nei colossi mondiali e persino all'interno del gotha dell'intellighentia la serpe della molestia ha trovato il mondo per muovere le sue spire.
Mentre, infatti, gli occhi del mondo guardavano alla morbosità dei vari Weinstein d'oltreoceano nel cuore del gelido nord una ferita profonda lacerava l'anima della progressista Svezia, la patria dell'assegnazione dei Nobel per la Letteratura.
Ogni anno, infatti, L'Accademia reale di Svezia formata da 18 membri nominati a vita, decide chi è più meritevole di essere insignito del Nobel.
Tra i 18 membri dell'Accademia c'è anche la poetessa svedese KatarinaFrostenson, moglie del fotografo franco svedese Jean-Claude Arnault, ritenuto l'eminenza grigia dell'Academy con il suo ruolo ombra di potente burattinaio degli umori della giuria. Proprio Arnault è stato accusato da 18 donne, tra fine 2017 e inizio 2018, di molestia sessuale.
L'Accademia svedese ha così aperto un'indagine per far luce sui reali rapporti tra l'associazione e l'uomo e si è scoperto che l'organizzazione finanziava Forum, un centro culturale del fotografo, con 126 mila corone all'anno, pari a circa 13 mila euro.
La decisione fu quella di tagliare economicamente e interrompere il rapporto, ma venne altresì fuori che in almeno 7 occasioni dal 1996 in poi Arnault lasciò trapelare informazioni circa l'assegnazione del Nobel.
Oggi un nuovo sconcertante elemento si aggiunge al quadro. Secondo i media svedesi, infatti, anche la principessa ereditaria Victoria di Svezia sarebbe stata molestata da Arnault. Un fatto di inaudita gravità senza precedenti nella storia delle monarchie occidentali contemporanee.
Da Palazzo tutto tace e, sempre secondo gli osservatori svedesi, il silenzio e la mancata smentita la direbbero di per sé lunga. La Corte, infatti, avrebbe chiesto alle autorità il massimo controllo sull'Accademia coinvolgendo anche la Polizia segreta.
Adesso a essere messa in discussione è l'esistenza stessa dell'Accademia e quindi la sussistenza del premio Nobel per la letteratura.
Dopo lo scoppio dello scandalo Arnault, infatti, all'interno dell'organizzazione è arrivata una serie di dimissioni a catena che potrebbe compromettere l'esistenza stessa della premiazioni.
In poche settimane si sono dimesse sei persone. Tre membri hanno lasciato il 6 aprile. Il giorno successivo un altro membro, SaraStridsberg, si è dimessa e anche KatarinaFrostenson potrebbe presto lasciare. Al gruppo si è aggiunta anche Sara Danius, segretaria permanente dell'Assemblea svedese che ha deciso di rinunciare al suo ruolo
Questo causa un cortocircuito nel regolamento dell'assegnazione cui solo Carlo XVI Gustavo ha potuto provvedere.
I membri dell'Accademia, infatti, venivano nominati a vita e solo in caso di morte potevano essere rimpiazzati. Nessuno, quindi, poteva ufficialmente lasciare l'incarico, ma le persone possono decidere di non partecipare ai lavori.
Solo che perché vengano nominati nuovi membri, anche in caso di morte, i votanti devono essere 12 e al momento i numeri non ci sono perché oltre ai 6 neo-dimessi altri 2 membri non sono da anni attivi per motivi politici. Visto che, quindi, il quorum per permettere a nuovi giurati di entrare nell'Accademia non c'è, nel giro di una manciata di anni l'esistenza stessa dell'organizzazione sarebbe a rischio.