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"Perché mi arruolo con l'Isis”

Per chi vede dall'esterno, sembra inspiegabile il fatto che così tanti stranieri abbandonino la propria patria d'origine per arruolarsi con il Califfato. Per questo i ricercatori Quantum hanno raccolto diverse interviste televisive ai combattenti in Siria e in Iraq, alcuni in carcere, alcuni che avevano disertato, e alcuni che erano ancora in lotta.
Poi hanno analizzato le dichiarazioni dei combattenti, utilizzando una tecnica analitica psico-contestuale sviluppata dalla psicologa canadese Marisa Zavalloni per cercare di capire le motivazioni e le caratteristiche personali dei soggetti che fanno questo tipo di scelta.


@theatlantic.com

I ricercatori Quantum hanno raggruppato i combattenti in nove categorie, a seconda dei motivi che li hanno spinti ad aderireall'Isis o altri gruppi estremisti. Eccole:

- Arrampicatori sociali: intenti a migliorare "la loro posizione sociale", queste persone sono guidate principalmente dal denaro "e da un certo riconoscimento da parte di tutti quelli che stanno intorno a loro."
- Persone in cerca di identità: inclini a sentirsi isolati o alienati, questi individui "si sentono spesso come estranei nel loro ambiente che a loro risulta ” non familiare" e cercano di identificarsi con un altro gruppo." L'Islam, per molti di questi fornisce "un'identità transnazionale pre-confezionata".
- Assetati di vendetta: si sentono parte di una comunità che è stata repressa dall'Occidente o da qualcun altro.
- Persone in cerca di riscatto: si sono uniti all'Isis perché credono che questo li possa vendicare, o comunque migliorare il loro stato precedente.
- Persone in cerca di responsabilità: fondamentalmente, sono persone che hanno aderito o sostengono l'Isis perché sostiene materialmente, a proprie spese, la loro famiglia.
- Chi ama il brivido: aderiscono all'Isis per lo spirito di avventura promesso.
- Sostenitori dell'ideologia: questi vogliono imporre la loro visione dell'Islam sugli altri.
- Persone in cerca di giustizia: questi soggetti rispondono a ciò che essi percepiscono come un'ingiustizia. Chiamati "I cercatori di giustizia, cessano di esistere una volta che l'ingiustizia percepita si ferma".
- Aspiranti suicidi: queste persone "hanno probabilmente sofferto un significativo trauma o perdita nella loro vita e considerano la morte come l'unica via d'uscita per morire salvando la propria reputazione e passando da martiri piuttosto che da suicidi."

Un frame dal video dell'Isis che documenta l'esecuzione di 25 soldati siriani a Palmira

Un frame del video di propaganda Isis con i bambini che uccidono un gruppo di ostaggi, 4 dicembre 2015
Un frame del video di propaganda Isis con i bambini che uccidono un gruppo di ostaggi, 4 dicembre 2015
Un frame del video di propaganda Isis con i bambini che uccidono un gruppo di ostaggi, 4 dicembre 2015
Un frame del video di propaganda Isis con i bambini che uccidono un gruppo di ostaggi, 4 dicembre 2015
Un frame del video di propaganda Isis con i bambini che uccidono un gruppo di ostaggi, 4 dicembre 2015
Un frame del video di propaganda Isis con i bambini che uccidono un gruppo di ostaggi, 4 dicembre 2015
Un frame del video di propaganda Isis con i bambini che uccidono un gruppo di ostaggi, 4 dicembre 2015
Twitter @Rita_Katz
Un'immagine da Twitter del video dell'Isis della decapitazione di una presunta "spia russa", 2 dicembre 2015
Twitter @Rita_Katz
Un'immagine da Twitter del video dell'Isis della decapitazione di una presunta "spia russa", 2 dicembre 2015
Uno screeshot del video dell'ISIS contro i cristiani
Uno screeshot del video dell'ISIS contro i cristiani
Uno screeshot del video dell'ISIS contro i cristiani
Uno screeshot del video dell'ISIS contro i cristiani
Ansa
I militanti dell'Isis distruggono il monastero cattolico di Mar Elian a Qaryqatayn, vicino a Homs in Siria, costruito nel quinto secolo dopo Cristo, in una foto diffusa dall'Isis e pubblicata sul sito Justpaste.it
L'arco di trionfo a Palmira

Un frame dal video dell'Isis che documenta l'esecuzione di 25 soldati siriani a Palmira nel 2015
Un frame dal video dell'Isis che documenta l'esecuzione di 25 soldati siriani a Palmira
Un frame dal video dell'Isis che documenta l'esecuzione di 25 soldati siriani a Palmira
Un frame dal video dell'Isis che documenta l'esecuzione di 25 soldati siriani a Palmira
Un frame dal video dell'Isis che documenta l'esecuzione di 25 soldati siriani a Palmira
Un frame dal video dell'Isis che documenta l'esecuzione di 25 soldati siriani a Palmira
Un frame dal video dell'Isis che documenta l'esecuzione di 25 soldati siriani a Palmira

Forse uno dei risultati più importanti di questo studio è che le motivazioni dei combattenti tendono a variare a seconda del loro paese di origine.

Combattenti stranieri che provengono dagli Stati Uniti e dall'Europa occidentale hanno molte più probabilità di essere di fronte a una sorta di crisi di identità, con un forte il desiderio di avere un personale riconoscimento che l'Isis è in grado di fornire. E sono anche motivati da un rifiuto nei confronti della cultura occidentale. 

Le persone intervistate che provengono da un altro paese musulmano, sono invece molto più motivate dalla condizione percepita dei sunniti siriani. Per questo gruppo, la motivazione di "assistere i fratelli 'musulmani e di partecipare alla lotta contro il regime di Assad,  sono i catalizzatori più comuni” (45%) che li portano ad aderire al Califfato. 

Il fatto che l'adesione all'Isis, o a un gruppo simile, potrebbe migliorare il proprio status sociale è tipico invece sia dei foreign fighters provenienti dal mondo arabo sia di quelli dall'Occidente.

I combattenti sunniti invece, che arrivano principalmente da Siria e Iraq, sono stati motivati ​​dal denaro e dal proprio contesto sociale: "I combattenti interni la vivono come una missione: quella di difendere la propria comunità (dovere, Jihad). Ma hanno anche interessi personali (denaro, rimanere in vita)", come riporta il rapporto.

Lo studio arriva a una forte considerazione: l'arruolamento all'Isis è fondamentalmente spinto da una motivazione economica, affascinante tanto quanto la Jihad. Se si indebolisce il Califfato da un punto di vista finanziario, perderà sicuramente gran parte del suo fascino.


Fonte: The Atlantic


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