Lifestyle
September 02 2017
Un articolo pubblicato dal Guardian riporta all’attenzione la necessità di trovare un equilibrio fra il desiderio di proteggere i Patrimoni dell’Umanità dell'Unesco - l’Italia conta ben 53 siti, un numero record nel mondo - e il rischio di metterli in pericolo con ondate di turismo.
Salvato dalla speculazione immobiliare grazie all'inclusione nell’elenco dei luoghi Patrimonio dell’Umanità, il quartiere di Chew Jetty nella città di Georgetown, in Malesia, deve fare i conti con gli effetti collaterali del turismo di massa. Le case su palafitta costruite dagli immigrati cinesi nel XIX secolo, infatti, sono l’ultimo esempio di come il titolo dell’Unesco non rappresenti solo un’opportunità, ma anche un vincolo.
“Se non fosse intervenuto l’Unesco, il nostro quartiere sarebbe stato spazzato via”, commenta con il quotidiano britannico Chew Siew Pheng, una donna che abita nei Chew Jetty. “Ma adesso le nostre palafitte sono diventate un’attrazione. Durante le feste, non sono nemmeno più un posto dove vivere e molte persone se ne sono già andate”.
Molte delle 1.052 destinazioni nel mondo che hanno ricevuto lo status dell’Unesco fanno fatica a trovare un equilibrio fra i benefici economici e la necessità di preservare il paesaggio e la cultura che hanno portato al riconoscimento. Mentre gli abitanti di Barcellona e Venezia riflettono su come bilanciare gli effetti positivi del turismo con gli inevitabili problemi, le città dei paesi in via di sviluppo sono completamente impreparate a fare i conti con ondate di turisti.
Coniato dal giornalista Marco d’Eramo, il fenomeno di svuotamento delle città ha addirittura un’etichetta: urbanicidio. Il termine di Unesco-cidio citato dal quotidiano britannico, dunque, sintetizza la contraddizione fra il desiderio di preservare le costruzioni e il mettere in pericolo lo persone che le abitano. È il caso di Luang Prabang: la capitale del Laos conta 50mila abitanti, ma attrae 700mila turisti.
Jo Caust, professoressa associata all’Università di Melbourne, evidenzia come i governi ambiscano al titolo di “Patrimono dell’Umanità” per monetizzare la storia, l’architettura e la bellezza dei paesaggi. Mentre il turismo può rivitalizzare una comunità, senza una pianificazione adeguata, i visitatori possono portare alla distruzione della località.
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