Economia
November 08 2017
Nella classifica dei principali centri tecnologici del mondo, la Cina ruba il podio agli Stati Uniti: Pechino, infatti, batte la Silicon Valley. Lo certifica Expert Market, società di ricerca e consulenza americana, che firma la seconda edizione della classifica "Top Tech Cities in the World 2017" rilanciata da Forbes. Berlino perde una posizione e si attesta al secondo posto, seguita da San Francisco, mentre fra le prime venti città figurano anche Shanghai, Bangalore, Singapore e Sydney.
Complessivamente, sono stati utilizzati dieci parametri per determinare i risultati. Pechino conquista il vertice grazie a un clima particolarmente favorevole all’imprenditoria tecnologica. In particolare, la città vanta un rapido accesso ai finanziamenti, costi di vita contenuti (anche se acquistare casa a Pechino è più costoso che a San Francisco). Nel conto, inoltre, figurano gli stipendi degli ingegneri software, i tempi necessari per lanciare una start-up e l’indice di crescita delle nuove realtà imprenditoriali.
La classifica, in particolare, fotografa il dinamismo dell'industria tecnologica internazionale e la sua capacità di attrarre i talenti più brillanti del settore. Per quanto la Silicon Valley continui a eccellere in aree chiave, il baricentro della competizione si sta spostando, inseguendo le condizioni economiche più favorevoli. Lo scorso anno, per esempio, il governo cinese ha annunciato che avrebbe investito 1,5 miliardi di dollari per ristrutturare e sviluppare l'area che ospita alcune fra le più importanti società tecnologiche come Xiomi e giganti come Intel.
A vantaggio di Pechino giocano anche le dimensioni del mercato cinese, la velocità di adozione delle novità da parte dei consumatori e la fame di innovazione. La Cina, inoltre, vanta un alto numero di start-up di successo: Alibaba, per esempio, ha registrato una crescita degli utili del 132% dell’ultimo trimestre, mentre le azioni di Tencent hanno segnato + 2.636% negli ultimi dieci anni. Secondo la società di consulenza Frost & Sullivan, il mercato dell'e-commerce del sud-est asiatico supererà un giro d'affari da 25 miliardi di dollari nel 2020.
La censura di internet in Cina fa sì che il mercato sia precluso a molte delle società che dominano il panorama digitale in Occidente, come YouTube Google e Facebook, ma questo ha giocato a favore degli imprenditori tecnologici cinesi che hanno creato versioni equivalenti. Alibaba, in particolare, ha sfruttato questa possibilità per diventare un player globale e, infatti, si sta preparando a sfidare Amazon nel sud-est asiatico dove detiene l’83% delle quote della società di e-commerce Lazada.
Oltre all’e-commerce, le aziende e le start-up cinesi conquistano terreno in settori come supercomputer, prodotti per la sicurezza, app, ride-sharing e auto elettriche. Secondo i ricercatori americani autori della classifica, il caso della Cina dimostra che i numeri sono importanti per creare l'ambiente in cui sviluppare innovazione.