Musica
February 13 2020
Peter Gabriel fa parte di quella stretta cerchia di artisti che hanno saputo leggere il futuro vivendo la musica come innovazione, come sfida creativa, come occasione per non ripetersi e diventare eternamente uguali a stessi. Un percorso che Gabriel ha iniziato nei Genesis e che poi ha approfondito nella sua straordinaria carriera solista costellata di album e colonne sonore formidabili.
Il primo album senza la band Gabriel lo pubblica nel febbraio del 1977. Alla produzione c'è Bob Ezrin, noto per il suo lavoro in studio con Kiss ed Alice Cooper e che due anni dopo produrrà The Wall dei Pink Floyd. Il disco lascia intravedere quanto Gabriel si stia progressivamente allontanando dal sound Genesis. Due le canzoni capolavoro: l'acustica Solsbury Hill e la magnetica Here Comes The Flood. Alla realizzazione dell'album partecipano Tony Levin dei King Crimson, il leggendario chitarrista Dick Wagner e Robert Fripp. Il viaggio prosegue con il secondo disco del 1978, Scratch, e poi ancora con nel 1980 con Melt. Gabriel viaggia avanti nel tempo come dimostrano la splendida Games Without Frontiers, ispirata ai giochi senza frontiere televisivi e Biko, dedicata all'attivista per i diritti umani ucciso in Sudafrica, Stephen Biko.
La creatività e le intuizioni di Gabriel sono inarrestabili come lascia intuire il quarto lavoro in studio in cui brilla la bellezza di San Jacinto, storia di un ragazzo indiano sottoposto all'età di 14 anni a un rito di iniziazione Apache. Dopo aver raggiunto la cima di una montagna, venne morso da un un serpente. Ma Il rito prevedeva che il ragazzo sarebbe dovuto ritornare a casa, nonostante le allucinazioni dovute al morso del rettile per dimostrare il suo coraggio e la sua resistenza al dolore. Sempre nello stesso disco, uno dei singoli di maggior successo di Gabriel: Shock the monkey. Con So la carriera solista dell'ex Genesis decolla definitivamente. Il disco è infatti una collana di brani memorabili (vedi Red Rain e In your eyes), e il singolo Sledgehammer diventa uno dei brani più suonati dalle radio di tutto il mondo.
Nel 1992 arriva Us, un disco totalmente incentrato sulle relazioni umane, genialmente contaminato con i suoni della world music e introdotto dall'eccellente Come talk to me (con Sinead O'Connor, presenta anche in Blood of Eden). Tra le perle, Steam, Digging in the dirt e Kiss that frog. L'ultimo album in studio di inediti di Gabriel risale al 2002 ed è intitolato Up. A trainare il disco, il singolo, The Barry Williams Show, esplicitamente dedicato alla febbre da reality show. E poi, ancora brani splendidi come I Grieve, Darkness e Signal To Noise. Tra le colonne sonore firmata Gabriel vi consigliamo le ottime Birdy, Passion e Ovo.