Petrolio e gas, ecco la ricetta energetica di Passera

L’energia uno dei temi dominanti del Consiglio dei ministri di oggi.
Su impulso del ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, il governo infatti ha messo al centro della propria strategia di rilancio della crescita del Paese proprio il nostro futuro energetico. Una crescita adeguata dell’economia non può che passare infatti da sistemi di approvvigionamento sempre più efficienti, che permettano alle imprese di spendere meno e al Paese di contenere la propria bolletta energetica. Un progetto ambizioso che nei programmi del governo potrebbe però incidere per mezzo punto di Pil, far aumentare l’occupazione di ben 25mila unità e far calare, come accennato, la nostra bolletta energetica di circa 6 miliardi di euro.

E allora ecco i punti strategici per raggiungere questi obiettivi: rilancio dell’estrazione interna di petrolio, sostegno ai nuovi progetti di gasdotti provenienti dall’Africa e dall’Asia e via libera definitivo alla realizzazione di quattro nuovi rigassificatori.

Petrolio
E’ la vera novità del programma del governo. Nelle intenzioni del ministro Corrado Passera in pochi anni si potrebbero raddoppiare i volumi di petrolio estratto, che attualmente coprono circa il 10% del fabbisogno interno e che dunque passerebbero al 20%. Per ottenere questi risultati però la strada è tutta in salita. Innanzitutto bisognerà rivedere la normativa sulle trivellazioni in mare aperto che attualmente presentano un limite fissato a 12 miglia dalla costa. Il valore, stabilito nel primo Decreto Sviluppo, è stato giudicato inadeguato dagli operatori di settore e il ministro Passera si è detto disposto ad intervenire per modificarlo.

Ci sarà poi da fare i conti con i poteri di veto delle Regioni che dopo la riforma del Titolo V della Costituzione hanno voce in capitolo anche sui temi dell’energia. Un caso emblematico è quello della Basilicata, dove attualmente si estrae gran parte del petrolio italiano: il Consiglio regionale ha approvato una moratoria contro nuove ricerche di greggio, un ostacolo non da poco sulla strada di un aumento sensibile delle estrazioni. Infine, un maggiore impegno sul settore degli idrocarburi potrebbe coincidere con un taglio dei finanziamenti alle energie rinnovabili, una decisione tra l’altro in parte già presa dal governo,ma che sta facendo registrare numerose polemiche e contrarietà.

Gasdotti
Da tempo nel nostro Paese si coltiva un progetto che sta anche nelle intenzione dell’attuale governo: diventare un centro nevralgico, tecnicamente un hub europeo, per il flusso di tutto il gas proveniente dall’Africa del Nord e dall’Asia centrale. Per ottenere questo risultato il ministro Corrado Passera ha annunciato innanzitutto il sostegno al metanodotto proveniente dall’Algeria. Più complicata invece la partita per quanto riguarda i rifornimenti asiatici che dovrebbero giungere attraverso il Basso Adriatico. Qui c’è ancora da risolvere il problema che riguarda la presenza di due progetti di gasdotto in campo, Nabucco e South Stream, che a fasi alterne sembrano avere un gradimento maggiore. Sarà bene che il nostro governo su questa vicenda prenda una posizione chiara e provi a far valere tutto il suo peso internazionale. Di certo i benefici di un afflusso maggiore di gas verso la nostra penisola potrebbero essere evidenti non solo per gli altri Paesi europei, ma anche per le bollette di noi cittadini.

Rigassificatori
Potrebbero essere una grande risorsa per l’Italia, eppure la loro realizzazione è oggetto di numerose controversie locali. Al momento sul tappeto esistono più di una decina di progetti . Il governo però ha annunciato di voler spingere in particolare su quattro di essi che appaiono in fase molto avanzata. Ci sono innanzitutto i rigassificatori di Livorno e Porto Empedocle, che sono già in costruzione e a breve potrebbero divenire operativi. Per Gioia Tauro e Falconara, gli altri due rigassificatori su cui l’esecutivo ha puntato l’attenzione, è stato già approvato il Via, la Valutazione di impatto ambientale, e a breve potrebbero iniziare i lavori. Certo, a fronte di queste situazioni positive, esistono poi i casi tipo quello di Brindisi , dove le complicazioni burocratiche stanno spingendo British Gas ad abbandonare il progetto.

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