Economia
November 26 2020
Gli spazi sono luminosi, le poltrone ergonomiche, su una parete spicca un pannello di legno interrotto da rettangoli di verde: un prato verticale. L'atmosfera ricorda un po' le Embassy, le boutique di design dove acquistare il dispositivo per il tabacco riscaldato Iqos, con cui già un milione di persone lungo lo Stivale hanno sostituito il fumo di sigaretta. Un motivo c'è: questo nuovo centro, il Digital information service center, è nato per fornire assistenza ai consumatori tricolore in merito ai prodotti senza combustione di Philip Morris Italia. Entrerà a regime l'anno prossimo e impiegherà circa 400 persone, generando un investimento complessivo intorno a 100 milioni di euro nell'arco di cinque anni.
Il Disc, questo il suo nome abbreviato, si trova a Taranto, in Puglia. Di nuovo, non per caso: «Si tratta di una città in grande trasformazione, che riflette il nostro modo di essere come azienda. Anche noi stiamo cambiando, stiamo lavorando per costruire un futuro senza fumo, per sostituire le sigarette tradizionali con soluzioni innovative senza combustione» commenta Marco Hannappel, presidente e amministratore delegato di Philip Morris Italia. Che aggiunge: «Era importante per noi arricchire con un investimento nel Mezzogiorno il nostro impegno per sostenere l'occupazione nel Paese». Dove l'azienda, tra diretti, indiretti e indotto, dà lavoro più o meno a 30 mila persone, se nel computo si mettono pure gli addetti nel settore agricolo che forniscono tabacco alla multinazionale. Settore che, dal 2015 al 2023, da questo legame trarrà benefici per circa un miliardo di euro.
I dati sono stati illustrati durante l'incontro «Le filiere integrate per il rilancio del Paese», organizzato in collaborazione con The European House – Ambrosetti. «Una filiera» ha spiegato Hannappel nel corso del suo intervento «ha l'effetto di un moltiplicatore. Per ogni euro investito porta ulteriore lavoro e possibilità di sviluppo supplementari». Un metodo che Philip Morris ha preso sul serio in Italia, dove ha investito un miliardo di euro per costruire il primo impianto industriale al mondo per i suoi prodotti innovativi. Sorge vicino Bologna, esporta in 40 nazioni, genera per la nostra economia circa 600 milioni di euro l'anno. «A ciò» ha ricordato l'ad «si sommano gli importanti accordi pluriennali per l'acquisto del tabacco italiano e lo sviluppo sostenibile della filiera tabacchicola. Continuiamo a investire per una filiera made in Italy che già oggi è fatta di circa 8 mila imprese di fornitura di beni e servizi, di cui 1.000 attive nel settore agricolo, con cui lavoriamo ogni giorno». Il centro di Taranto trasferisce la medesima logica nell'anello opposto di questa catena: l'assistenza, la vicinanza al cliente finale.