Un quarto di secolo sui desktop di fotografi, creativi e utenti comuni. Photoshop spegne le sue prime 25 candeline, e quasi quasi nemmeno ce ne accorgiamo. Nessuna ruga sembra infatti scalfire il glorioso programma creato nel 1990 da Thomas e John Knoll, due fratelli figli di un fotografo. Il fotoritocco, però, questa volta non c’entra: onore al merito agli sviluppatori di Adobe che dal 1990 hanno saputo rinnovare lentamente ma inesorabilmente tutte le funzioni chiave del software.
Ecco perché nonostante i molteplici tentativi di imitazione il concorrente credibile di Photoshop deve ancora nascere. In passato ci hanno provato in tanti, senza troppo successo; oggi c’è invece chi scommette sui filtri e sulle applicazioni di fotoritocco online, tool che sembrano però ammiccare agli utenti che non hanno troppo tempo da spendere sull’elaborazione delle immagini più che al fotografo e al creativo. Un tema - quello della semplicità d’uso - che sta comunque a cuore anche ai vertici di Adobe. "Nei nostri sogni - ammette Zorana Gee, Senior Product Manager di PhotoShop - c’è l’idea di creare un pulsante di auto-ottimizzazione capace di offrire l’immagine richiesta dall’utente con un solo clic".
L’ultima versione del programma, Photoshop CC, è comunque una release molto evoluta, oltre a essere profondamente diversa da quella che 25 anni fa faceva la sua prima apparizione sulle scrivanie dei fotografi. Non solo perché a quei tempi il software si acquistava ancora nelle scatole di cartone (oggi invece si scarica tutto online), ma anche e soprattutto per via dei cambiamenti che hanno investito il mondo delle tecnologie informatiche negli ultimi cinque lustri.
"I computer di oggi sono almeno un milione di volte più potenti di quelli di 25 anni fa", ci spiega Thomas Knoll, papà di Photoshop, "e questo ovviamente ha contribuito a migliorare le prestazioni e l’efficacia delle nostre applicazioni. Ma l’aspetto più importante è l'aver compreso a pieno i tre grandi eventi che hanno cambiato il modo di intendere e sfruttare le immagini: l’avvento di Internet, il passaggio dalla fotografia analogica a quella digitale e la diffusione di massa delle stampanti a getto d’inchiostro".
E a chi gli ricorda che il termine “photoshoppare” è sempre più spesso associato all’idea di immagini artificiali, finte, ingannevoli, Knoll ribatte: “Photoshop è uno strumento, e come tutti gli strumenti può essere utilizzato in tanti modi diversi". Il paragone con il coltello sembra essere quello più calzante: oggetto indispensabile ma che nelle mani sbagliate può essere utilizzato in modo improprio.