Il Piano nazionale contro le radiazioni è aggiornato. Ma servirà a poco
«È stato stimato che nella prima ora di guerra nucleare ci sarebbero 100 milioni di morti. Hitler non poteva distruggere il mondo Putin si». Mai come nelle ultime due settimane sull'Europa, anzi, sul mondo intero, torna ad aleggiare lo spettro della guerra nucleare globale. Eventualità che ha fatto scattare l'allarme in tutte le strutture ed istituzioni. Così, visto quanto successo con il Covid e con il piano pandemico nazionale non aggiornato e del tutto impreparato ed impotente, oggi Ministeri ed esperti sono subito corsi ai ripari con l’aggravarsi della Guerra in Ucraina.
La Protezione Civile infatti ha aggiornato il Piano per l’emergenza nucleare che prevede come interventi immediati in caso di radiazionidi chiudersi in casa per un massimo di due giorni, la distribuzione di pastiglie di iodio (iodioprofilassi) alla popolazione ed il blocco del traffico. Misure che variano a seconda della distanza (dai 200 agli oltre 1000 chilometri) da dove è avvenuto l’incidente nucleare. Ne parliamo con il fisico nucleare del Cnr Valerio Rossi Albertini.
Il Piano per l’emergenza nucleare nell’eventualità di una perdita consistente di pulviscolo radioattivo cosa prevede?
«Non c’è moltissimo da fare. Già nel 1986 dopo l’incidente di Chernobyl le prescrizioni furono di non bere latte di non mangiare ortaggi a foglia larga. Quando c’è un incidente nucleare la nuvola di pulviscolo radioattivo è molto sottile e può ricadere ovunque, quindi stare dentro casa con le finestre chiuse è una misura cautelativa che funziona fino ad un certo punto. Per il resto si sta parlando della distribuzione di pastiglie di iodio, il motivo è che questo elemento tende a localizzarsi all’interno della tiroide e quando un elemento radioattivo entra all’interno dell’organismo e si colloca in un organo, inizia a svolgere la sua azione dannosa direttamente all’interno del corpo ossia i tuoi organi sono contaminati. Quindi per prevenire questa possibilità visto che la tiroide è avida di iodio si distribuiscono pasticche di questa sostanza in maniera tale da saturare la tiroide per non farle assorbire, lo iodio cattivo e radioattivo».
Cosa potrebbe succedere in caso di emergenza nucleare in Italia?
«Un conto se parliamo di un eventuale danneggiamento delle centrali nucleari che sono tenute in ostaggio dai russi e che costituiscono un pericolo un altro se parliamo di un possibile lancio di ordigni nucleari. Nel primo caso bisogna capire quale sia l’entità del pulviscolo radioattivo nell’aria. Se fosse una fuga di scarsa entità la contaminazione sarebbe circoscritta tipo effetto Fukushima dove si estese a qualche decina di chilometri; se invece fosse di entità maggiore ma non abbiamo motivo di ritenerlo allora si potrebbe configurare un disastro analogo a quello di Chernobyl del 1986 ma che non necessariamente arriverebbe in Italia, tutto dipende dai venti».
Nel caso di guerra nucleare?
«Negli arsenali nucleari nonostante le trattative per il disarmo ci sono ordigni sufficienti per distruggere 100 volte il pianeta. In più anche se abbiamo degli scudi per intercettare i missili di lunga gittata non sono efficientissimi perché qualche missile passa.Tenga presente che ci sono due grandi categorie in cui si dividono questi missili, ci sono quelli tattici e quelli strategici.I primi servono a un’interdizione momentanea ossia a non mettere fuori combattimento il nemico ma a fermare le sue azioni. Questa tipologia ha una potenza ridotta ma superiore a quella di Hiroshima, quindi stiamo parlando di grandi potenziali distruttivi ma non è la fine del mondo. Qualora invece si iniziassero a sparare le grandi testate nucleari lo scenario cambia. Noi sappiamo che la più grande bomba che è stata fatta esplodere di nuova generazione a fusione nucleare è stata la bomba Zar nel 1961 dall’ex Unione sovietica. Questo genere di ordigno se lanciato in una città riuscirebbe a distruggere tutta la provincia perché è in grado di esprimere una bolla di calore elevatissima che incenerisce qualunque cosa e provoca un’onda d’urto oltre alla conseguente ricaduta del pulviscolo radioattivo».
Qual è la loro forza distruttiva?
«Bombe di questo genere come le dicevo possono distruggere in un’istante intere città e l’unica possibilità di sopravvivere è essere molto distanti e sotto terra perché è impossibile non morire esposti a decine di milioni di gradi di temperatura. In quel caso non esistono né piani né iodio ma è chiaro che stiamo parliamo della terza guerra mondiale dove gli scenari passano dal dramma umanitario all’apocalisse con tutta una gradazione continua tra questi due estremi. Dobbiamo solo sperare che Putin non sia uno squilibrato altrimenti non c’è niente da fare. È stato stimato che nella prima ora di guerra nucleare ci sarebbero 100 milioni di morti un’ipotesi drammatica perche con tutti i progressi che abbiamo fatto, siamo esposti al fatto che un pazzo da qualche parte distrugga il mondo, perché Hitler non poteva distruggere il mondo Putin si».
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