In Piazza Fontana, a pochi metri dal Duomo, la sede della Banca Nazionale dell'Agricoltura è gremita di clienti. Il venerdì pomeriggio è giorno di operazioni per molti agricoltori e allevatori della provincia.
Il chiasso del grande salone della banca è interrotto improvvisamente alle ore 16,37 quando un potente ordigno posizionato al centro della sala esplode. Sul pavimento della sede devastata restano 17 morti. Poi il silenzio è di nuovo rotto dai lamenti dei feriti, molti di quali gravissimi, e poco dopo dall'urlo delle sirene dei soccorsi. Gli 88 feriti vengono smistati negli ospedali milanesi. La città di Milano è atterrita dalla violenza della prima strage che caratterizzerà gli anni della "strategia della tensione".
Dopo i funerali solenni delle vittime in piazza Duomo, a cui partecipa una folla immensa tra la nebbia e il freddo di quei giorni, inizia la vicenda giudiziaria ad oggi non risolta.
La prima pista seguita dagli inquirenti è quella anarchica, che porterà all'arresto di Pinelli e Valpreda, poi fu la volta della "pista nera" dell'eversione neofascista di Freda e Ventura.
Quel tragico 12 dicembre 1969 farà poi altre due vittime indirette: Giuseppe Pinelli e Luigi Calabresi. La lunga notte degli "anni di piombo", come il cielo di quel dicembre 1969 a Milano, era cominciata.