Panorama D'Italia
April 13 2015
A 63 anni, Claudio Ronco, è un volenteroso giocatore di hockey su ghiaccio, un discreto chitarrista rock e un prolifico scrittore. Ma soprattutto è uno di quei medici che tutto il mondo ci invidia: è il più grande ricercatore vivente di malattie renali, ha sancito la Johns Hopkins University di Baltimora. Ronco, primario di nefrologia dell’ospedale San Bortolo di Vicenza dal 2002, ha inventato una macchina per la dialisi infantile, un baby rene artificiale che ha già salvato la vita a decine di neonati in tutt’Europa. Questa mini dialisi, chiamata Carpediem, è stata presentata alla comunità scientifica nel 2008.
Ma Ronco e i suoi collaboratori l’hanno usata per la prima volta nell’agosto 2013. "C’era una bambina nata con gravissime complicanze" racconta Ronco. "Genitori e pediatri ogni avevano perso ogni speranza. Ma la neonata, dopo 400 ore di terapia, si è salvata. E adesso fa una vita del tutto normale". Aggiunge Ronco: "È un progetto di grande valore etico. Per questo ho deciso di non brevettare la macchina. Potrà produrla chiunque, senza i limiti della proprietà intellettuale". Un’esperienza straordinaria che Ronco ha raccontato in un libro appena pubblicato, con la prefazione dell’oncologo Umberto Veronesi: Carpediem. Storia di una bambina, di un medico e di una macchina, Angelo Colla editore. Adesso il medico vicentino e la sua equipe stanno perfezionando nel dipartimento dell’ospedale San Bortolo l’ultima invenzione: il rene artificiale indossabile. A prima vista sembra un gilet come tanti altri, ma in realtà nasconde una macchina portatile per la dialisi. Permetterà ai malati di fare una vita normale: potranno per esempio passeggiare, durante le terapie. Per inciso: il giubbotto è anche bello. Lo ha firmato Dainese, un’altra eccellenza vicentina nel mondo.