News
June 14 2023
Nell'insopportabile rincorsa social a postare foto con Silvio Berlusconi - una piaga di egotismo spinto più che un omaggio al Cav. -, c'è uno scatto che ieri ha lasciato un segno più profondo fino a diventare virale: è quello della torre di Cologno Monzese con la scritta alternata che dominava lo skyline di Milano Nord. In quello stringato "Grazie Silvio, Ciao Papà" c'era tutto, senza il bisogno di artifici retorici. C'era soprattutto la voce dei figli di Berlusconi, che, con i fedelissimi dell'inner circle familiare e aziendale - da Confalonieri a Letta fino a Galliani - hanno scelto strategicamente un elegante silenzio. Niente dichiarazioni pubbliche, zero interviste. Con una sola eccezione: la lettera di pancia (e cuore) che Pier Silvio Berlusconi ha scritto ai dipendenti di Mediaset, che questa mattina l'hanno trovata a sorpresa tra i messaggi nella posta elettronica aziendale.
«Cara Mediaset, carissimi tutti, sento il bisogno di scrivervi perché so quanto era importante per mio padre farvi sapere l’amore e il grande orgoglio che ha sempre provato per la nostra azienda e per tutti noi», ha esordito l'amministratore delegato di Mediaset. «Non ci sono parole per descrivere la mia emozione ogni volta che mi diceva “Sono orgoglioso di te e di quello che fai”. E io ho sempre saputo benissimo che si rivolgeva a tutti noi: io da solo non avrei potuto fare nulla. Nulla. È stato un uomo che ha dato tanto, tantissimo. Che ha creato tantissimo. E ha sempre considerato la nostra azienda come una sua amatissima creatura. Il mio papà, il nostro fondatore, vi ha sempre amato tutti, uno per uno. E adesso il nostro dovere è seguire la sua impronta indelebile, lavorare, lavorare, lavorare. Con entusiasmo e rispetto». Poi arriva un passaggio, chiave, che sembra anche un'indicazione per il futuro: «Oggi dobbiamo guardare avanti e impegnarci ancora di più, sempre di più. Dobbiamo costruire un Gruppo ancora più forte e ancora più vivo. Lo dobbiamo fare per Mediaset. Lo dobbiamo fare per tutti noi. Ma soprattutto lo vogliamo fare per lui. Vi abbraccio forte. Siete nel mio cuore. E sarete per sempre nel suo cuore».
In quel «dobbiamo costruire un Gruppo ancora più forte e ancora più vivo» rimarcato da Pier Silvio Berlusconi, ci potrebbe anche essere anche la chiave per capire che ne sarà delle reti televisive del Biscione. «Assoluta continuità» è il messaggio centrale della nota diffusa ieri da Fininvest per ricordare la forza creativa e il genio imprenditoriale di Berlusconi, definiti nel comunicato «patrimonio inalienabile della società, come delle aziende del gruppo. E tale patrimonio resterà alla base di tutte le nostre attività, che proseguiranno in una linea di assoluta continuità sotto ogni aspetto». Il futuro è tutto da scrivere e i mercati scommettono sull'ipotesi di una vendita del comparto tv, come dimostrano i titoli in rialzo ieri in Borsa. Si tratta di speculazioni, spiegano gli analisti analizzando la reazione dei mercati alla morte di Berlusconi. Poi aggiungono all'Ansa: "Non è difficile immaginare che se arrivassero le offerte giuste la famiglia Berlusconi si potrebbe disimpegnare da Mfe (Mfe, la holding con sede in Olanda cui fa capo il gruppo Mediaset, ndr) ed è questo il motivo per cui sale il titolo". Tutto dipenderà da ciò che prevede l'assetto ereditario voluto dal Cav., dunque il tema della successione è centrale: mentre Marina e Pier Silvio Berlusconi hanno da tempo un ruolo chiave nella gestione aziendale, Barbara, Eleonora e Luigi non sono impegnati in prima persona. L'accordo tra i fratelli porterà dunque o verso quella "assoluta continuità" di cui si parla nel comunicato o verso strade differenti. In ogni caso non mancano gli spettatori interessati in prima fila. A cominciare da Vivendi, il gruppo di Vincent Bolloré che attualmente detiene il 23,8% di Mfe, azioni rastrellate qualche anno fa attraverso una scalata fallita. Ad oggi Vivendi non ha ancora ceduto le azioni, nonostante l'accordo di progressiva riduzione siglata con Fininvest. C’è poi un altro indiziato, Urbano Cairo, che secondo Dagospia sarebbe a capo di una cordata di imprenditori italiani pronti a rilevare l'azienda. Il patron di La7 e Corriere della Sera - che la galassia Mediaset la conosce bene essendo stato assistente di Berlusconi e avendo lavorato a lungo in Publitalia - ha smentito a stretto giro la notizia, che però ha ripreso a circolare in queste ore. In ogni caso, gli eventuali acquirenti di Mediaset dovrebbero lanciare un'opa per ottenerne il controllo e non è detto che il Governo a quel punto non valuti la golden power per tutelare le attività italiane del gruppo di Cologno.