Televisione
February 02 2023
«Zelensky a Sanremo? La Rai deve fare le sue scelte e da editore non voglio mettere becco. Da cittadino che paga il canone non fa piacere». Pier Silvio Berlusconi è entrato a gamba tesa sulle polemiche che stanno infuocando la vigilia del Festival di Sanremo, con la politica, gli addetti ai lavori e l'opinione pubblica divisa sul video-messaggio di Volodymyr Zelensky, che dopo i Grammy, i Festival di Cannes e Venezia, e due settimane i Golden Globe, ha chiesto (via Bruno Vespa) di poter intervenire durante la finale di Sanremo 2023. Richiesta accordata dalla Rai e da Amadeus, il quale ha già fatto sapere che il messaggio di due minuti andrà in onda il sabato sera al termine dell'esibizione di tutti i ventotto big in gara. E mentre il cda Rai ha chiesto un incontro con Stefano Coletta, direttore dell’Intrattenimento Rai, per approfondire il "caso", Berlusconi jr. ha deciso di dire la sua.
«Io non posso dire da editore che non deve farlo andare in onda, onestamente no. Sarebbe come se noi bloccassimo tutte le cose che ci sembrano un po' al limite nei programmi che vanno in onda. Ma da cittadino c'è un conflitto in ballo, si parla di morti: cosa c'entra Sanremo?». È stato piuttosto categorico Pier Silvio Berlusconi rispondendo a una domanda sulla partecipazione di Zelensky a Sanremo nel corso di un incontro con i giornalisti sui progetti del digitale di Mediaset. L'amministratore delegato del Biscione non si è sottratto alla questione e ha spiegato il suo punto di vista. Da editore e da cittadino che paga il canone. «Da un lato c'è la questione della libertà di espressione, un presidente che vuole far sentire la sua voce e tutti noi siamo con lui e con l'Ucraina. La Rai deve fare le sue scelte e da editore non voglio mettere becco. Dall'altro c'è il mio essere cittadino che paga il canone e non riesco a non essere trasparente: a me che Zelensky" intervenga a Sanremo "con tutto quello che si deve dire a favore dell'Ucraina e della situazione che stanno vivendo, non fa piacere. Mi sembra una ricerca di visibilità che un pochino mi turba: preferirei di no».
Soddisfatto per la crescita digitale di Mediaset, con 10 milioni e 500 mila video visti al giorno (numeri quintuplicati nell'ultimo anno) e il raddoppio del tempo speso per guardarli (1,3 milioni di ore quotidiane) e soprattutto per i conti del 2022, Pier Silvio Berlusconi ha poi spiegato la scelta di "controprogrammare" il Festival. Dopo vent'anni di "tregua" durante la settimana sanremese, quest'anno Mediaset ha decido di tenere accesse tutte le sue trasmissioni, comprese quelle di punta tra cui C'è posta per te di Maria De Filippi. Ma Berlusconi precisa: «Non abbiamo alcuna intenzione di fare 'controprogrammazione' al Festival di Sanremo: evitiamo dopo molti anni il disarmo assoluto». Ma questa scelta da cosa deriva? Dagli ascolti che hanno retto (e pure bene) durante i Mondiali di Qatar e di conseguenza dalla tenuta dei ricavi pubblicitari. «Abbiamo visto che durante i mondiali in Qatar i nostri ricavi non ne hanno risentito e abbiamo deciso di mantenere una settimana a prezzo normale». Insomma, nonostante la delicata fase di mercato, gli eventi in onda sulle reti concorrenti sembrano non incidere sui ricavi pubblicitari di Mediaset e a questo si somma la scelta di offrire un'alternativa al pubblico: «È sbagliato togliere questa possibilità e lasciare accesa una tv da Terzo Mondo. Anche se c’è Sanremo sarebbe un disservizio per gli spettatori. Sanremo fa il 60% di share? C’è comunque un 40% che non lo guarda e ha voglia di seguire altro». Ecco perché andranno regolarmente in onda Grande Fratello (con doppio appuntamento lunedì e giovedì), Le Iene, i talk di Rete4 e anche C’è posta per te: «Non importa quanto faremo, che sia il 5, il 10 o il 15% di share: è importante offrire un’alternativa sia al pubblico sia al mercato e ai client. Ringrazio Maria De Filippi per questo atto di coraggio».