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September 18 2012
L’industria della Difesa italiana prova a tornare protagonista nelle commesse del Pentagono. Ci riesce con le pistole Beretta e ha buone possibilità con gli elicotteri di Agusta Westland. La storica azienda di Gardone Val Trompia produttrice di armi da fuoco portatili dal 1526 si è aggiudicata l’altro ieri un nuovo contratto con l’Us Army per una fornitura fino a un massimo di 100mila pistole M9 , la versione americana e modificata del noto modello ’92 calibro 9 millimetri in dotazione alle forze armate statunitensi dfal 1985 quando sostituì la Colt M-1911A1.
La nuova commessa ha un valore stimato in 70 milioni di dollari. Beretta, che sta fornendo all’esercito italiano il nuovo fucile ARX-160, ha chiuso il bilancio 2011 con ricavi record per 482 milioni di euro, in crescita del 7 per cento rispetto all’anno precedente. Il 90 per cento del fatturato è determinato dall’export, con gli Stati Uniti di gran lunga primo mercato. A oggi sono oltre 600mila le pistole Beretta M9 consegnate alle forze armate americane.
AgustaWestland (gruppo Finmeccanica) prova invece ad aggiudicarsi nuovamente il contratto per fornire i nuovi elicotteri alla flotta della Casa Bianca, il noto "Marine One". Una gara che l’elicottero italiano AW-101 (US-101 nella versione statunitense) si era già aggiudicata nel 2005 con un contratto per 13 miliardi di dollari e 28 velivoli ma annullato nel 2009 da Barack Obama che preferì rinunciare ai nuovi sofisticati elicotteri (sei dei quali già prodotti) voluti da George W. Bush e continuare a volare sui vecchi Sikorsky VH-3D ormai ultratrentennali e alcuni Blackhawk più recenti.
L’azienda di Finmeccanica ha firmato ieri un accordo con la statunitense Northrop Grumman Corporation per partecipare alla prossima gara per il “Marine One” e a quella dell’USAF relativa a un nuovo elicottero da ricerca e soccorso in combattimento (Combat Rescue Helicopter - CRH). La partnership tra AgustaWestland e Northrop Grumman punta a combinare la leadership della società elicotteristica con la lunga esperienza dell’azienda statunitense nel campo dell’integrazione di sistemi ed equipaggiamenti di missione su velivoli destinati alle forze armate statunitensi. L’AW101 è stato già scelto da 14 operatori (tra cui cinque Paesi della Nato) la maggioranza dei quali lo ha già introdotto in servizio e inpiegato in aree di guerra quali Iraq e Afghanistan.
AgustaWestland è già presente negli Stati Uniti con uno stabilimento a Philadelphia , condizione indispensabile per poter gareggiare con i grandi gruppi americani in un Paese dove l’Amministrazione Obama ha rilanciato lo slogan buy american per favorire lavoro e affari delle aziende di casa.